
A 41 anni anche Federer deve cedere il passo allo scorrere del tempo, appendendo la racchetta al chiodo, e lo fa con una lettera in cui ringrazia i suoi avversari di sempre, Nadal e Djokovic su tutti. La storia del fuoriclasse svizzero parte da lontano, in quel di Basilea, quando era solo un ragazzino con i capelli biondi e un futuro ancora da scrivere. Chi è Roger Federer? Scopriamo come nasce la favola del “re elegante” del tennis.
Chi è Roger Federer: il re dello slam
“King Roger” così Federer era soprannominato dagli addetti ai lavori. Freddezza, razionalità e un dritto favoloso, queste le principali caratteristiche dello svizzero. Un atleta completo, che ha riscritto la storia del tennis internazionale. Un fenomeno che è diventato uno dei tennisti più vincenti di sempre, il primo a conquistare 20 tornei del Grande slam: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e Us Open.La favola di 'King' Roger inizia a Basilea dove è nato l'8 agosto 1981, secondo figlio della sudafricana Lynette e di Robert Federer, entrambi ex tennisti. Il piccolo Roger ha imparato a giocare a Basilea poi ha affinato le sue doti in altre città svizzere, tra cui Ecublens, una cittadina poco fuori Losanna, e Biel/Bienne, città di lingua tedesca e francese, e unico centro in Svizzera ad aver dedicato una via a Federer.
Un Federer inedito: il bambino che piangeva sempre
C'è stato però un tempo in cui Federer era solo un ragazzino con i capelli lunghi e bioni, che si arrabbiava al punto da piangere come una fontana quando perdeva. Lo racconta Christoper Clarey, giornalista sportivo americano che nel corso della carriera ha intervistato lo svizzero più di venti volte. Nel suo libro Clarey racconta un inedito Federer, dipingendolo come una persona emotivamente fragile. Difficile a credersi guardando il campione di oggi, eppure è lo stesso Federer a confermare di aver lavorato molto su se stesso. Lo svizzero si fece aiutare anche da uno psicologo dello sport, l'ex calciatore svizzero Christian Marcolli, che lo prese in cura all'età di 17 anni.
Un altro particolare interessante è il modello cui si ispirò Roger Federer. No, non era nessuna delle stelle dell'epoca, come Sampras o Agassi. Clarey racconta dell'incontro tra Federer e Peter Carter e di come questo si rivelò decisivo per il futuro re dello slam. L'australiano Carter, giocatore che raggiunse la 173esima posizione in classifica ATP, fu fondamentale nella vita tennistica dello svizzero, ma non solo. Fu Carter ad insegnargli Carter il tennis “d'attacco” e a colpire la palla con l'eleganza che sarebbe diventata poi il marchio di fabbrica di Roger Federer. I due condivisero anche una stretta amicizia, finita nel 2002 quando Carter scomparve all'improvviso, lasciando un grande vuoto nella vita del tennista.