
Nelle ultime ore Meta ha annunciato in un comunicato il mancato rinnovo delle licenze lanciando delle accuse velate alla SIAE: la società di Mark Zuckerberg ha evidenziato come, in tutto il continente, solo in Italia non sia riuscita a rinnovare gli accordi relativi alle licenze musicali.
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Via la musica italiana dai social: cosa è successo
Il precedente accordo era scaduto il 1° gennaio 2023, e fino ad oggi le parti non hanno trovato una soluzione che potesse soddisfare entrambe. Come riporta 'Wired', secondo SIAE Meta starebbe abusando della sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana”. La Società Italiana Auditori ed Editori ha chiesto a Meta di applicare un modello di condivisione delle entrate, per intascare i profitti dei contenuti generati dagli utenti e corredati da brani musicali italiani. Al contrario, il colosso americano avrebbe proposto le stesse condizioni accettate dai partner di altri Paesi europei, tra cui Spagna, Francia e Germania. Alla fine però è sfumato tutto, lasciando gli utenti italiani ed europei con un pugno di mosche.
Cosa succede adesso?
Nei prossimi due giorni, i brani del repertorio SIAE non saranno più disponibili nelle librerie musicali dei social di Meta. Nel dettaglio, Facebook bloccherà tutti i video con brani italiani, mentre Instagram procederà silenziando video e reel, fino a quando gli utenti non cambieranno brano, scegliendolo tra quelli ancora disponibili. Quindi si potranno soltanto pubblicare contenuti accompagnati da tracce di musica estera, dal momento che il repertorio della SIAE comprende il 99% della musica italiana. Per quanto riguarda i contenuti ancora visibili che contengono un brano musicale del repertorio SIAE, questi subiranno lo stesso destino: su Facebook verranno rimossi, mentre su Instagram la musica verrà silenziata, a meno che l'utente non decida di sostituire l'audio selezionando una traccia ancora disponibile sul catalogo di Meta.Mogol, presidente onorario della SIAE, ha commentato l'episodio durante la presentazione dell'album Capolavori Nascosti, come riporta l'agenzia 'LaPresse': ”Queste piattaforme digitali guadagnano miliardi e sono restii a pagare qualcosa agli autori, che vivono di diritti. È una battaglia giusta quella che facciamo a tutela degli artisti, è una battaglia sacra. Il copyright è stato approvato alla Camera e al Senato ed è fermo da 7-8 mesi ai decreti attuativi, è tutto fermo e non riusciamo a capire perché, se non si sblocca è una battaglia che abbiamo perso”.