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Skull and Bones, cosa pensiamo del nuovo gioco: la recensione articolo

Meglio tardi che mai. Dopo anni di ritardi e slittamenti, Skull and Bones approda finalmente sulle piattaforme gaming. Il nuovo titolo targato Ubisoft era tra i più attesi degli ultimi tempi e c’erano grandi aspettative da parte degli appassionati del mondo piratesco.

Possiamo dire che il team di Singapore ha ripagato a suo modo la fiducia degli utenti, confezionando un titolo godibile sotto diversi (ma non tutti) punti di vista. Il gameplay è vivace, la scenografia scava nei dettagli, richiamando diversi elementi della pirateria, e la caratterizzazione dei personaggi funziona.

L’altro lato della medaglia, però, mostra un videogioco ancora piuttosto acerbo per diversi aspetti, tra cui le meccaniche dei combattimenti e una certa ripetitività per quanto riguarda le missioni principali. Fortuna che Skull and Bones abbraccia un mondo - quello della pirateria - che ben si presta al filone degli adventure-game, riuscendo comunque a offuscare i piccoli ‘difetti di fabbrica’. Il risultato finale è un titolo che in alcuni casi ha addirittura superato le nostre aspettative: ci siamo infatti messi alla prova con il nuovo lavoro di Ubisoft e, questa, è la nostra recensione di Skull and Bones.

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La trama: l’appetito ‘vien saccheggiando’ 

Chi di voi ha presente la celebre saga di ‘Pirati dei Caraibi’? Bene, Skull and Bones ci ricorda un po’ l’inizio dell’avventura del Capitano Jack Sparrow, con tutte le dovute proporzioni. Anche noi - esattamente come il capitano della Perla Nera - ci ritroveremo sperduti su un’isola nel Pacifico, dopo un naufragio in mare. Il caso vuole che l’isola dove ci troviamo sia proprio il fortino dei pirati, il loro quartier generale: qui all’inizio faremo subito la conoscenza di John Scurlock, veterano dei mari e tra i pirati più burberi in circolazione. E’ lui il boss dell’isola di Sainte-Anne, motivo per cui prima di potere lasciare la località dovremo guadagnarci la sua fiducia. In che modo? Andando a caccia di bottini e navi da saccheggiare e compiendo missioni in pieno stile piratesco. Dopo avere ottenuto il rispetto del capo dell’isola corsara, potremo salpare alla volta della prossima destinazione, ovvero Telok Penjarah, la seconda base operativa dei pirati: qui è l’Ammiraglio Rahma a dettare legge e, come in precedenza, anche lui ci affiderà delle missioni da portare a termine per potere proseguire nella storia principale.

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Panorami suggestivi e playlist da navigazione: il comparto tecnico è spettacolare

Ve lo diciamo chiaramente: la storia principale non vi farà sobbalzare dalla sedia proprio perché segue grossomodo sempre le stesse dinamiche. Non tutte le ciambelle escono col buco, lo sappiamo, e anche stavolta ce ne faremo una ragione. C’è però da dire che se da un lato la trama non brilla per originalità, dall’altro il comparto tecnico fa il suo, raggiungendo dei picchi di livello assoluto anche grazie all’ottima scenografia. Panorami mozzafiato, a dir poco evocativi, vi accompagneranno nel corso della navigazione: e la playlist in cuffia renderà il tutto ancora più suggestivo. La versione per Play Station 5 offre inoltre la possibilità di giocare con una grafica a 60 fps: ed è lì che emerge tutta la cura nei dettagli del team Ubisoft. Ad esempio la resa dell’acqua marina, come anche dei paesaggi sotto effetto delle diverse condizioni atmosferiche, nonché la fedele riproduzione delle imbarcazioni, assicurano un’esperienza visiva unica, riuscendo a ricreare una certa ‘atmosfera settecentesca’. 

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Parte della ciurma, parte della nave

Senza dubbio, possiamo affermare che Skull and Bones vi metterà alla prova in ogni fase del vostro viaggio. Un vero capitano pirata degno di questo nome deve possedere un’imbarcazione di tutto rispetto per potere solcare i mari. E in Skull and Bones sarà nostro il compito di reperire progetti e materiali per costruire la nostra nave. E’ un processo un po’ laborioso dal momento che per creare ogni parte della vostra nave - dai cannoni alla protezione della prua - avrete bisogno di schemi e progetti specifici, acquistabili esclusivamente dai mercanti sparsi lungo la mappa. Dovrete quindi affrontare lunghi viaggi ma alla fine lo sforzo ne varrà la pena. La costruzione della barca ci ha dato infatti una certa soddisfazione, grazie anche alla possibilità di personalizzare l'aspetto dell’imbarcazione e le caratteristiche in fase di combattimento, decidendo se puntare sull'attacco o sulla difesa.

Possono sembrare questioni secondarie ma non lo sono affatto: perché è proprio a bordo della vostra nave che trascorrerete gran parte della vostra avventura. Durante le lunghe sessioni di navigazione, dunque, dovrete raggiungere certi luoghi per acquistare dei materiali, oppure potrete decidere di saccheggiare a vostro discapito qualsiasi villaggio o nave in cui vi imbatterete. Potendo contare su cannoni posizionati su tutti e quattro i lati della nave, la fase di attacco è molto godibile, peccato però per gli abbordaggi ai danni delle navi nemiche che avvengono soltanto tramite cut-scene.  

 

Come costruire un impero pirata

Ed è proprio durante la navigazione che si sviluppano anche le dinamiche di gioco. Durante la sessione in mare, infatti, potrete decidere se raggiungere subito la meta oppure darvi al saccheggio di altre navi. La modalità PvP (player versus player) vi permetterà di confrontarvi con altri giocatori, prendendo parte alle stesse missioni o affrontandoli in vere e proprie battaglie in mare per ottenere denaro e risorse. Gli eventi PvP sono molto importanti inoltre per la nostra avventura da pirati: ricordiamo che lo scopo del gioco è quello di costruire un ‘impero’ pirata con tanto di basi logistiche e rotte commerciali. Gli scontri PvP saranno quindi fondamentali nell’ottenimento, e poi nel mantenimento, di questi obiettivi strategici. Da buoni pirati, poi, dovremmo anche reperire il denaro necessario per gli equipaggiamenti della nostra nave: come in Pirati dei Caraibi, anche in Skull and Bones troviamo i famigerati ‘Pezzi da Otto’. Qui utilizzati come valuta, mentre nella saga di Jack Sparrow consistevano per lo più in una varietà di oggetti e gingilli che i nove Pirati Nobili esibivano durante le riunioni della ‘Fratellanza’.

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