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i social network rendono infelici del 3% ricerca sheffield

Adolescenti sempre connessi ma, proprio per questo, infelici. Perché pare che ci sia un legame stretto tra il tempo passato online – soprattutto sui social network – e il livello di felicità. A sostenerlo è l’università britannica di Sheffield che, in una recente indagine, ha formulato anche un teorema: ogni ora passata sui social network toglie il 3% di felicità ai più giovani.

Social network e felicità, la ricerca dell’università di Sheffield

Lo studio – intitolato Social media use and children’s wellbeing (Uso dei social e benessere dei ragazzini) – ha infatti preso un campione di ragazzi inglesi tra i 10 e i 15 anni d’età e gli ha chiesto di dire quante ore passassero ogni giorno su tre piattaforme social: Facebook, Bebo e Myspace. Qualcuno dirà: che c’entrano le ultime due? Domanda legittima perché, attualmente, si sono perse le tracce sia di Bebo che di Myspace. Ma la ricerca del team della facoltà di Economia di Sheffield – composto da quattro professori – ha richiesto parecchi anni di studio, precisamente dal 2010 al 2014. E, all’epoca, questi erano i tre social più in voga oltremanica.

Un’ora sui social toglie il 3% di felicità

Ebbene, la maggior parte di loro ha ammesso di passare davanti allo schermo del pc o dello smartphone da 1 a 3 ore al giorno. Così, dopo aver incrociato i dati raccolti con l’analisi dello stato psicologico dei ragazzi e con altri studi sull’argomento, si è scoperto che il loro livello di felicità era piuttosto basso. Sei gli indicatori utilizzati: Compiti, percezione di sé, famiglia, amici, scuola e vita. Da qui la teoria che trascorrere sui social network più di 1 ora al giorno abbassa del 3% la probabilità di essere soddisfatti della propria esistenza.

I motivi dell’infelicità da social network

Ma quali sono i motivi di questa potenziale depressione? Innanzitutto il fatto che il web sia spesso lontano dalla vita reale. Sui social gli adolescenti seguono soprattutto i loro idoli, personaggi pubblici che devono per forza dare un’immagine vincente. Un aspetto che destabilizza molto i più giovani, convinti di non poter arrivare a quei livelli di popolarità e benessere. E poi c’è l’aspetto relazionale: se è vero che attraverso i social si riescono a coltivare le amicizie, queste sono solo virtuali. Quando si esce di casa è tutta un’altra cosa: si sta con la testa fissa sul telefono e non si socializza più con la versione ‘reale’ delle persone.

Marcello Gelardini