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terahertz leggono libri mit georgia tech

Aprire quel libro, oggi, proprio non ti va. Eppure lo devi fare, perlomeno ci devi provare. Se solo potessi con la sola forza del pensiero leggerlo senza sfogliare neanche una pagina. Illusione? Speranza vana nel futuro? Forse no.

UNA SCOPERTA MADE IN U.S.A. - Perché, in un prossimo futuro, probabilmente sarà possibile sapere cosa c’è scritto in un libro semplicemente “guardandolo” da fuori.

È la clamorosa scoperta fatta da un gruppo di ricercatori del MIT – il Massachusetts Institute of Technology di Boston – e della Georgia Tech, due veri e propri simboli dell’innovazione a livello mondiale.

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QUANDO LE RADIAZIONI SONO BUONE - Il segreto è nelle radiazioni, più precisamente nei terahertz, un particolare tipo di onda elettromagnetica a metà tra le microonde e le luci infrarosse. Onde invisibili all’occhio umano ma che sono in grado di penetrare in profondità le superfici solide. Finora erano state usate solo nei sistemi di sicurezza; oggi, grazie un sistema di imaging realizzato dal team americano (simile a quello utilizzato per alcuni esami medico-diagnostici), si è visto che possono “entrare” attraverso la carta immagazzinando e decifrando – sfruttando un algoritmo sviluppato per l’occasione - le informazioni stampate sui fogli.

In particolare, il test effettuato con il primo prototipo del dispositivo (i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications) è stato in grado di identificare la lettera che era impressa su ben nove fogli impilati uno sull’altro.

UN ALGORITMO DECIFRA I SEGNALI INVIATI DALLE ONDE - Al MIT si sono concentrati sull’algoritmo, al Georgia Institute of Technology hanno invece realizzato il procedimento d’interpretazione delle immagini. Un’unione che ha sfornato un risultato davvero sorprendente. È come se ogni font, ogni carattere, ogni segno grafico lasciassero una firma che questo nuovo sistema riesce a leggere e distinguere; anche se le lettere sono distorte o non completamente stampate. Tutto grazie a delle minuscole sacche d’aria, profonde appena 20 micrometri (circa venti centesimi di millimetro).

Il processo che si viene a creare non è proprio comprensibilissimo: l’indice di rifrazione che si crea tra aria e carta indica il punto in cui le radiazioni rimbalzeranno indietro e saranno registrate da un sensore. Mentre, infatti, la maggior parte della radiazione viene assorbita o riflessa dal libro, alcune radiazioni rimbalzano tra le pagine prima di ritornare al rilevatore, producendo un segnale.

BIBLIOTECHE GIA’ INTERESSATE AL PROGETTO - Il risultato, però, è molto più chiaro: si può sapere cosa c’è scritto in un libro senza neanche toccarlo. Una manna dal cielo per milioni di studenti svogliati o impegnati a fare altro. Ma, a parte gli scherzi, potrebbe essere una grande risorsa per archivi e biblioteche. Soprattutto in presenza di testi antichi, in precario stato di conservazione, da maneggiare con cura: poterne consultare il contenuto dall’esterno ne allungherebbe la vita oltremodo.

Non è un caso che, nonostante il prototipo sia solo nella fase embroniale, il Metropolitan Museum di New York, con la sua enorme collezione di libri, abbia già mostrato molto interesse per questo lettore virtuale di libri.

Marcello Gelardini

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