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donald trump e iphone

Se già costano caro all'Europa, con i nuovi dazi imposti dal Presidente degli Stati Uniti d'America, Donadl Trump, i prodotti Apple potrebbe presto raggiungere cifre astronomiche

Da una settimana a questa parte le nuove misure imposte al mondo intero dall'America spaventano le borse ma anche i governi e i mercati finanziari.

Nel caso dell'industria della tecnologia, aziende produttrici di smartphonelaptoptablet e dispositivi indossabili come - Apple e Samsung - potrebbero subire aumenti significativi dei costi di produzione, con conseguente aumento dei prezzi di vendita.

Vediamo come queste nuove tariffe che stanno mettendo alla prova i giganti del tech.

Indice

  1. iPhone a 2mila euro
  2. La situazione delle altre big-tech
  3. Nintendo e l'effetto dei dazi sulla Switch 2

iPhone a 2mila euro

Tra le aziende più esposte a questi nuovi dazi, Apple è quella che potrebbe subire le maggiori conseguenze in Europa e nel mondo. Nonostante l'azienda di Cupertino abbia già spostato parte della sua produzione in Vietnam e India, le aggiornate politiche commerciali potrebbero compromettere gli sforzi per ridurre la dipendenza dalla Cina.

Secondo alcune stime, il prezzo di un iPhone 16 Pro da 1 TB potrebbe arrivare fino a 2.300 dollari, ben al di sopra dei livelli attuali.

La situazione delle altre big-tech

Ma non è solo Apple ad affrontare queste difficoltà: GoogleMicrosoftHP e Dell, altre grandi aziende tecnologiche, potrebbero trovarsi nella stessa situazione. Queste compagnie dovranno scegliere se assorbire i costi e ridurre i margini di profitto o, al contrario, aggiornare al rialzo i listini.

Anche i produttori di componenti elettronici come QualcommIntelNvidia e AMD potrebbero risentire dell'effetto domino dei dazi. Un rallentamento nella domanda di dispositivi potrebbe infatti innescare difficoltà lungo la catena di approvvigionamento, influenzando tutte le vendite del sistema tecnologico.

Nintendo e l'effetto dei dazi sulla Switch 2

Stessa cosa per il mercato delle console di gioco, che non è affatto immune a questi sviluppi. Nintendo, ad esempio, ha già dovuto affrontare un ostacolo importante, decidendo di posticipare l'inizio dei preordini per la sua nuova Switch 2 negli Stati Uniti, per analizzare meglio l'impatto che queste tariffe potrebbero avere sulla sua produzione.

Nonostante il ritardo nelle prenotazioni, Nintendo ha confermato che la data di lancio della console, fissata per il 5 giugno, non subirà modifiche. 

Da che dazio è dazio, questo dimostra che nonostante i grandi ricavi e le grandi produzioni di questo settore anche le big-tech possono vacillare.