ImmaFer
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Browser ChatGpt

OpenAI entra ufficialmente nel mondo dei browser con ChatGPT Atlas, una piattaforma che non si limita a integrare l’AI, ma la trasforma nel cuore stesso della navigazione online.

Presentato da Sam Altman durante una diretta streaming, Atlas promette di cambiare il modo in cui interagiamo con i contenuti, rendendo la chat con ChatGPT parte integrante dell’esperienza utente.

Indice

  1. Un browser costruito intorno a ChatGPT
  2. Funzioni avanzate e modalità agente
  3. Un nuovo modello di navigazione

Un browser costruito intorno a ChatGPT

Atlas non è un’estensione del famoso chatbot, ma un software completo basato su Chromium, lo stesso motore open source di Chrome, Edge e Brave. Questo garantisce compatibilità con gli standard web e funzioni tradizionali come schede, segnalibri, riempimento automatico delle password e modalità incognito.

Al primo avvio, un setup guidato accompagna l’utente nella configurazione: autenticazione con l’account ChatGPT, importazione di dati da altri browser e gestione della memoria del browser, opzionale e disattivata di default.

La differenza? La barra laterale “Chiedi a ChatGPT” sempre visibile, pronta a fornire supporto contestuale: riassumere articoli, spiegare concetti, tradurre testi o confrontare informazioni senza uscire dalla pagina.

Funzioni avanzate e modalità agente

Atlas introduce comandi vocali e testuali, permettendo di gestire schede e azioni come se si parlasse con un assistente umano. La memoria contestuale consente di ricordare ricerche, pagine visitate e segnalibri, migliorando le risposte future.

Inoltre, la modalità agente, disponibile per gli abbonati ChatGPT Plus, Pro e Business, consente all’AI di eseguire compiti multi-step: pianificare eventi, confrontare prodotti o interagire con moduli online. L’assistente può cliccare, scorrere e compilare, ma ogni azione critica richiede conferma, mantenendo l’utente in pieno controllo.

Un nuovo modello di navigazione

Atlas si propone di ridefinire il ruolo del browser, trasformandolo in un workspace collaborativo dove ogni attività è in dialogo con l’AI. Il browser diventa un assistente personale costantemente al fianco dell’utente. 

La concorrenza, in effetti, potrebbe dover tremare.

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