ImmaFer
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Albo influencer

Con la pubblicazione del formulario ufficiale da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom), prende vita l’Albo degli influencer, una vera e propria anagrafe digitale destinata a censire chi domina le piattaforme online.

L’obiettivo? Garantire trasparenza, tracciabilità e rispetto delle regole nel mondo dell’influencer marketing.

Indice

  1. Chi dovrà iscriversi
  2. Il formulario e i dati richiesti
  3. Cosa non potranno più fare gli influencer
  4. La lotta alla disinformazione
  5. Multe e sanzioni per i “clandestini”

Chi dovrà iscriversi

L’iscrizione all’Albo non riguarda tutti i creator, ma solo i medi e grandi influencer. Si tratta di coloro che vantano almeno 500.000 follower o una media di un milione di visualizzazioni mensili su una o più piattaforme, da YouTube a TikTok, passando per Instagram e le altre.

Secondo l’AgCom, chi raggiunge questi numeri rientra, infatti, nella categoria dei fornitori di servizi di media audiovisivi ed è soggetto a regole simili a quelle valide per i professionisti dell’informazione e della comunicazione tradizionale.

Il formulario e i dati richiesti

Per completare l’iscrizione, gli influencer dovranno compilare un modulo online con informazioni personali dettagliate: nome, cognome, nome d’arte, piattaforme utilizzate e link diretti agli account social.

È obbligatorio allegare, poi, un documento d’identità e indicare una Pec o domicilio digitale, così da permettere all’Autorità di rintracciare i soggetti iscritti, in caso di verifiche o violazioni.

Chi fornisce dati incompleti o falsi rischia conseguenze penali, come previsto dal DPR 445/2000.

Cosa non potranno più fare gli influencer

L’iscrizione all'Albo comporta l’accettazione del Codice di condotta elaborato di recente dall’AgCom. Si tratta di un insieme di regole pensate per garantire correttezza, trasparenza e tutela dei minori.

Ecco i principali divieti:

  • pubblicare contenuti dannosi o inappropriati per i minori;
  • diffondere messaggi di odio, violenza o discriminazione;
  • giustificare reati o istigare alla loro commissione;
  • sfruttare la credulità del pubblico o diffondere fake news;
  • fare pubblicità occulta o non dichiarata;
  • violare il diritto d’autore o usare contenuti altrui senza autorizzazione.

Un capitolo a parte riguarda l’uso dell’Intelligenza Artificiale: i creator dovranno segnalare se i loro contenuti sono stati modificati o alterati tramite App o software di editing. 

La lotta alla disinformazione

L’Albo si propone anche come strumento per monitorare la qualità delle informazioni diffuse online. Chi produce contenuti dovrà citare sempre le fonti e rispettare la verità dei fatti.

Multe e sanzioni per i “clandestini”

Gli influencer che non si iscriveranno, pur avendone l’obbligo, verranno sottoposti a istruttoria da parte dell’AgCom. I cosiddetti “clandestini del web” rischiano sanzioni economiche e amministrative.

L’Albo nasce, dunque, come strumento di regolazione e responsabilizzazione, pensato per rendere più trasparente un settore che ha molta visibilità.

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