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di oltre1sguardo
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Ne avevamo già parlato, infatti, e ora arriva un’ulteriore conferma. Skuola.net aveva evidenziato come l’utilizzo di WhatsApp, Facebook, Twitter permette a 3 ragazzi su 10 di avere voti migliori a scuola.

E qualcuno più secchione sale addirittura in cattedra correggendo gli errori dei propri amici: è circa il 66% dei ragazzi a non tollerare l'uso scorretto della lingua, nemmeno se viene fatto su un post di Facebook o su un tweet. E ora la tesi di Skuola.net ha un ulteriore riscontro: un’esperta linguista della Crusca, Vera Gheno, ha infatti dichiarato sul quotidiano Leggo che i mezzi di comunicazione 2.0 aiutano la sintesi e obbligano i ragazzi a fare esercizio.

DIGITAL LANGUAGE – Ok, molti obietteranno che con queste tecnologie si è dato spazio all’utilizzo di abbreviazioni a volte estreme ed esagerate. Infatti nel corso di un'indagine su un campione di circa 1000 giovani condotta insieme a Mario and The City, trasmissione radiofonica di m2o, Skuola.net ha chiesto ai ragazzi di tradurre la frase "Ciao, che ne diresti di uscire per conoscerci un po' meglio"? che è diventata "ciao, ke ne drst di uscr insme x cnscrci 1 po' mgl". Ma scrivere per la scuola è diverso, e il 30% ha incrementato i propri voti a scuola in italiano. Del resto, i ragazzi sanno perfettamente anche la differenza che passa tra un tono colloquiale e quello formale: Per circa 2 ragazzi su 5 il destinatario della scrittura condiziona di molto il linguaggio, e circa il 32% dei giovani afferma di trovare le mail molto più corrette rispetto ai messaggi di chat o ai post su Facebook.

TUTTI PROF CON LA COMUNICAZIONE 2.0 – I buoni voti condizionano anche il comportamento sui social: 3 ragazzi su 5, infatti, pretendono dai propri amici di usare un linguaggio perfetto anche su un post di Facebook o su un tweet e correggono i loro errori. Sfatato quindi il mito che la tecnologia porterebbe i ragazzi a utilizzare troppe sigle e abbreviazioni, e che la punteggiatura sia solo un lontano ricordo per molti di loro. E ora arriva anche la conferma degli esperti.

LA CRUSCA APPROVA – A questo nuovo utilizzo dell’italiano dà risalto anche la celeberrima Accademia della Crusca, l’istituto che da sempre si occupa di studiare i fenomeni della lingua italiana, della sua evoluzione nel tempo e anche del suo corretto utilizzo. L’esperta linguista della Crusca, Vera Gheno, intervistata dal quotidiano Leggo, partendo dai dati di Skuola.net ha sostenuto che, effettivamente, l’ utilizzo dei social consente esercizi altrimenti non praticati nelle scuole. Primo tra tutti proprio quello che riguarda la sintesi e la necessità di centrare il contenuto più importante del messaggio: “Twitter obbliga al testo breve – sostiene la Gheno – e Facebook e la posta lasciano più libertà di espressione”. Ma i vantaggi social non finiscono qui, perché anche gli errori hanno la propria utilità. Infatti sono tantissimi, sostiene, “ma anche questo è un segnale: quando un errore diventa più comune della norma va preso in considerazione” perché in questi casi può entrare di fatto “nell’uso comune”.