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di Margherita Paolini
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studente muore a Lecce precipitando in pozzo luce della scuola. L'indagine di Legambiente sull'edilizia scolastica

Ieri uno studente del liceo scientifico De Giorgi di Lecce è precipitato in un pozzo luce presente nell’area adibita all’educazione fisica della scuola e per niente segnalato. Inutili sono stati i tentativi di rianimare la vittima che, dopo il salto nel vuoto, ha perso la vita.

Nel frattempo giungono i dati preoccupanti del Rapporto “Ecosistema scuola” 2013 elaborato da Legambiente a fare luce su un quadro davvero allarmante riguardante la stragrande maggioranza delle scuole italiane. Sembra, infatti, che quasi due edifici su tre siano a rischio.

UNA BRUTTA STORIA

- Andrea De Gabriele, questo il nome della giovane vittima, si trovava ieri, insieme ai suoi compagni, nell’area della scuola destinata all’educazione fisica e comprendente un campo di pallavolo adiacente ad un solaio recintato da inferriate. Allo squillare della campanella, il diciassettenne, secondo la ricostruzione dei fatti, avrebbe utilizzato una sedia presente nel campetto scolastico per scavalcare quella grata e recuperare il giubbotto gettato per scherzo al di là del recinto. Ma, una volta giunto sul solaio probabilmente coperto da una griglia metallica vecchia e arrugginita, il giovane è precipitato nel locale sottostante. Un salto in un vuoto di 15 metri che non ha lasciato scampo alla vittima.

L’APPELLO DI CITTADINANZATTIVA

- Cittadinanzattiva è intervenuta sulla vicenda chiedendo di far chiarezza sulla tragedia e sulle responsabilità dei fatti. Inoltre l’associazione, alla luce dei poco rassicuranti dati riguardanti le infrastrutture scolastiche, ha aggiunto un importante appello: “chiediamo che si renda concreta l'opportunità per i cittadini di destinare parte dell'8 per mille di competenza statale per interventi di edilizia scolastica, come approvato nell'ultima legge di stabilità”.

DUE SCUOLE SU TRE A RISCHIO

- Il Rapporto di Legambiente “Ecosistema scuola” 2013 ha confermato una situazione di totale emergenza relativamente all’edilizia scolastica. I dati emersi dall’indagine sono davvero allarmanti. Dei 5.301 edifici scolastici presi in considerazione, la maggior parte è stata costruita oltre 40 anni fa (vale a dire prima del 1974). Irrisoria, invece, la percentuale di scuole edificate tra il 2001 e il 2002 (circa il 4,8%) e quasi nulla quella degli istituti costruiti nel rispetto dei criteri di bioedilizia (0,6%). Inoltre solo 9 scuole su 100 sono sorte nel segno dell’applicazione di norme antisismiche, 4 su 10 sono sprovviste del certificato di agibilità e il 60% non ha neanche il certificato di prevenzione incendi. Per quanto riguarda, infine, la manutenzione, è il 37% degli edifici a necessitare di interventi di una certa urgenza. Dati rispetto ai quali, la buona notizia dell’uso in crescita delle fonti rinnovabili sembra essere del tutto secondaria. In miglioramento la questione riguardante le barriere architettoniche e l’accessibilità agli edifici per i disabili. Ma gli investimenti in questo settore restano, considerata la situazione, ancora troppo scarsi.

TRENTO ECCELLE, ROMA NON CLASSIFICATA

- La provincia che ha dimostrato di eccellere in materia di edilizia scolastica è quella di Trento, seguita da Prato e Piacenza. Per quanto riguarda le grandi città, è Torino ad ottenere il miglior posto nella classifica di Legambiente accaparrandosi il tredicesimo gradino. Anche Firenze, sebbene in leggero calo rispetto all’anno scorso, si tiene stretta una venticinquesima posizione, e tra le grandi città del sud quella che se la cava meglio è Napoli. Tagliata fuori per l’ennesima volta dalla classifica la Capitale, i cui dati relativi al patrimonio scolastico orami da tempo non sono chiari.

In quali condizioni versa la tua scuola?

Margherita Paolini