
Digitalizzazione e lingua inglese, questi gli obiettivi per l'alfabetizzazione del nuovo millennio. L’obiettivo generale, spiega il Piano per la Buona scuola, deve essere quello di rafforzare una volta per tutte l’insegnamento delle lingue straniere orizzontalmente tra i diversi indirizzi di studio e verticalmente nei diversi cicli per permettere ai nostri ragazzi di ottenere risultati solidi nel tempo: il percorso di studi dovrà portare ad almeno un apprendimento di livello B2 per la lingua straniera principale.
Sullo stesso piano l'importanza dell’alfabetizzazione digitale: la scuola ha il dovere di stimolare i ragazzi a capire il digitale oltre la superficie. A non limitarsi ad essere “consumatori di digitale”.CODING ALLE ELEMENTARI - Serve quindi un piano nazionale che consenta di introdurre il coding (la programmazione) nella scuola italiana. A partire dalla primaria: nei prossimi tre anni in ogni classe gli alunni devono imparare a risolvere problemi complessi applicando la logica del paradigma informatico anche attraverso modalità ludiche (gamification). A partire dall’autunno, dopo Stati Uniti e Inghilterra, verrà lanciata in Italia l’iniziativa Code.org, aggregando associazioni, università e imprese, in una grande mobilitazione per portare l’esperienza nel maggior numero di scuole possibili.
DIGITAL MAKING ALLE MEDIE E ALLE SUPERIORI - Fin dal prossimo anno verrà attivato un programma per “Digital Makers”. Concretamente, ogni studente avrà l’opportunità di vivere un’esperienza di creatività e di acquisire consapevolezza digitale, anche attraverso l’educazione all’uso positivo e critico dei social media e degli altri strumenti della rete. Cosa vuol dire da un punto di vista pratico? Magari realizzare un blog per approfondire un argomento di storia o di attualità, oppure realizzare un video informativo da divulgare sui social network. Oppure avvicinarsi al mondo dei makers, realizzando degli oggetti fisici mediante le stampanti 3D, che è una delle branche tecnologiche più promettenti in termini di sviluppo economico a livello mondiale.
EDUCAZIONE FINANZIARIA - I dati di un’indagine Ocse, che nel 2012 ha coperto quasi 20 paesi e un campione di quasi trenta mila quindicenni, ci raccontano che l’analfabetismo finanziario dei nostri ragazzi tocca livelli preoccupanti, con oltre la metà degli studenti che si attestano su un livello di comprensione dei meccanismi economici e finanziari ben al di sotto della media dei paesi europei monitorati. Nel sistema italiano oggi manca un vero indirizzo di liceo economico: l’opzione economico sociale rappresenta un’articolazione nel percorso del liceo delle scienze umane, ma corre il rischio di non essere adeguatamente valorizzata a causa di una non piena autonomia. È per questo necessario procedere da un lato ad una modifica ordinamentale per la valorizzazione delle discipline economiche anche all’interno del percorso dei licei scientifico e classico. Dall’altro, a tendere l’economia deve essere una disciplina accessibile agli studenti di tutte le scuole di secondo grado.