
Nell'era del digitale sono sempre più frequenti gli episodi di revenge porn, ovvero la diffusa pratica di pubblicare in rete foto ritraenti atti, o parti del corpo, sessualmente esplicite ai danni, in genere, delle donne con lo scopo di minacciarle. Già a fine 2021 c'era stato un caso analogo in una scuola delle Marche, dove un alunno aveva pubblicato foto intime di una compagna di classe. Non solo, i più attenti ricorderanno anche il caso dell'insegnante minacciata dalle stesse colleghe di scuola, avvenuto non molto tempo fa. E l'ultimo caso, in ordine di tempo, ha per protagonisti ancora una volta dei ragazzini, due minorenni della Valmusone.
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Revenge Porn per un favore mancato
I due ragazzi, un maschio e una femmina, coetanei e probabilmente della stessa classe, si erano scambiati foto di nudo esplicito sul cellulare che sono poi diventate oggetto di minaccia nel momento in cui la ragazza si è rifiutata di fare un favore all'amico. E anche se, fortunatamente, il ragazzo non è andato oltre la minaccia, evitando di rendere pubbliche le foto, è stato denunciato alla Procura dei minori per tentata estorsione. Dopo la messa alla prova con un percorso riabilitativo imposto dalla Procura minorile, il ragazzino si è chiarito con la vittima ed il reato è stato ritenuto estinto dal giudice.
Il Revenge Porn in Italia
Il revenge porn è un fenomeno globale, ed è riconosciuto come reato in Germania, Israele e Regno Unito, e in trentaquattro Stati degli USA. In Italia, negli ultimi anni, sono state poste maggiori tutele per le vittime di revenge porn. Con la legge 19 luglio 2019 n. 69, all’articolo 10, il revenge porn è riconosciuto come un vero e proprio reato nel nostro Paese, con la denominazione di "diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti". Il Consiglio dei ministri del 7 ottobre scorso ha inoltre introdotto, all’interno del Codice privacy, l’art. 144-bis, che prevede la possibilità, anche per i minori e le loro famiglie, di segnalare al Garante privacy la diffusione di proprie immagini sessualmente esplicite, inoltrate senza il loro consenso.