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valore legale laurea

"Scusate, ma quale segnale diamo agli studenti? Gli diciamo che è inutile studiare perché se prendono 70 o 110 e lode è la stessa cosa e che alla fine la laurea non vale niente?"
Queste sarebbero le parole pronunciate dal Ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, nel corso del Consiglio dei Ministri di ieri che avrebbe dovuto modificare sensibilmente il valore della laurea ai fini dei concorsi pubblici.

Laureati e laureandi possono quindi tirare un sospiro di sollievo: non ci sarà nessuna novità sul valore del titolo di laurea, il Governo su questo ha scelto la strada della prudenza, rimandando ogni decisione ad una consultazione popolare.

PROTESTE- Erano sorte infatti numerose proteste tra gli studenti, preoccupati che il titolo conseguito o tanto inseguito fosse meno utile delle aspettative. All'Università di Roma Tre, l'associazione LINK aveva consegnato al Ministro in visita un rotolo di carta igienica, per simboleggiare il valore che avrebbe acquisito, secondo loro, il titolo di studio. A differenza del suo predecessore, Profumo si è ricordato di essere un prof. e quindi ha deciso di dialogare e ascoltare le ragioni degli studenti, come mostra la foto.

IL VOTO CONTA - Il consiglio dei Ministri di venerdì 27 Gennaio avrebbe dovuto approvare, fra le tante, una norma che prevedeva un sostanziale livellamento del valore della laurea nei concorsi pubblici: nessuna importanza per il voto né per la specificità della laurea, che sarebbe diventata un titolo di merito tanto quanto la patente di guida per intenderci (o ce l'hai non ce l'hai). Anzi a fare da discriminante in termini di punteggio sarebbe stato l'Ateneo in cui si fosse conseguita la laurea, in base ad una classifica delle migliori Università italiane stilata dall'Anvur. Insomma un laureato della prima università italiana avrebbe avuto un maggiore punteggio rispetto a quello dell'ultima in classifica...

DAL PRIVATO NON CONTA - Perché hanno cercato di introdurre questa norma? Sembra che il nodo fosse quello delle lauree troppo facili da conseguire ai fini di un avanzamento di carriera all'interno della pubblica amministrazione. Tuttavia si sarebbe corso il rischio di sminuire anche tutti coloro che una laurea se la sono sudata! Tuttavia è giusto ricordare che già oggi, nelle aziende private, il titolo di studio ha un valore molto relativo: nelle selezioni del personale, oltre al pezzo di carta, leggi curriculum, conta molto il risultato dei vari colloqui psicologici e tecnici. Quindi giusto che lo Stato tuteli, almeno al suo interno, il valore della laurea ai fini dei concorsi pubblici. Ma ricordiamo a tutti che quello che conta, nel mondo del lavoro, è soprattutto ciò che si sa fare...

Daniele Grassucci - @dgrassucci