
Novità in vista per chi si è laureato o si sta laureando, a seguito delle norme introdotte nel decreto che oggi sarà varato dal Consiglio dei Ministri. Nei giorni passati si è parlato dell'abolizione del valore legale del titolo di studio, con relative polemiche. Tuttavia questo aspetto non verrà toccato, ma nei concorsi pubblici non si terrà più conto del voto di laurea, ma solo dell’esito della prova. Quindi dal 66 al 110 e lode, i laureati saranno tutti uguali agli occhi dello Stato.
18 E STO - Spesso, un’affermazione che si sente dire dagli studenti universitari è: “A me non interessa niente del voto, prendo tutto. L’importante è laurearsi”. Da oggi sarà davvero così. Infatti, nei concorsi pubblici, il voto della laurea non sarà preso più in considerazione perché conterà solo il risultato della prova. La naturale conseguenza è che, tranne nel caso della laurea in Medicina, disciplinata a livello comunitario, la laurea perderà peso nella selezione per la pubblica amministrazione. Quindi, non verranno assegnati punteggi in più, né per il voto, né per il tipo di laurea di cui si è in possesso. Inoltre, l'Anvur (l'agenzia delle valutazioni del sistema universitario) dall'anno prossimo stilerà una classifica delle migliori università italiane. Nei concorsi, infatti, l'ateneo di provenienza avrà molta importanza.
UNI SUL WEB AL VERDE - Un duro colpo arriva, in particolare, alle università telematiche. Si tratta di atenei che forniscono lauree tramite Internet dopo aver frequentato lezioni e sostenuto esami sul web. Infatti, il decreto afferma che vengano escluse: “tutte le università telematiche dalla ripartizione di una quota dei contributi di cui alla legge sulle università non statali legalmente riconosciute”. In parole povere, verranno azzerati i fondi che l’ex ministro, Mariastella Gelmini, aveva introdotto con il cosiddetto emendamento Cepu.
OGGI, SOLO RICERCA - Fino ad ora, come molti studenti universitari sanno bene, ai ricercatori veniva affidato, soprattutto, il compito di sostituire i professori a lezione o durante gli esami. Grazie al decreto che sarà approvato oggi, questo non sarà più possibile: i ricercatori dovranno fare esclusivamente ricerca. Inoltre, i bandi per i posti da assegnare per la ricerca dovranno essere pubblicati sulla “Gazzetta Ufficiale”.
Serena Rosticci