
Uno studente universitario ha raccontato su Reddit un episodio che sta facendo discutere. “Nel mio dipartimento c’è un calendario con delle donne nude”, scrive, spiegando che si trova “in un laboratorio del dipartimento (con ingresso vietato agli studenti ma facente parte di un noto e prestigioso istituto pubblico di ricerca)”.
Secondo lo studente, il calendario sarebbe stato appeso “probabilmente per goliardia”, ma risulterebbe visibile anche dall’esterno: “Si vede tranquillamente dalle finestre che danno sulla strada. Ieri io e una mia collega l’abbiamo notato, ho mandato una mail al direttore di questa sede del centro di ricerca chiedendo di farlo togliere ma ancora nessuna risposta. Che faccio? Entro e chiedo di toglierlo?”.
Il messaggio si conclude con un commento amaro: “A me sembra una cosa abbastanza grave, si lamentano tanto che le ragazze non si iscrivono in corsi STEM e poi succede questo. Dentro un’istituzione universitaria”.
E ora, a distanza di giorni, arriva una nuova svolta inaspettata.
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Le prime reazioni: “Hai fatto bene a segnalarlo”
Molti utenti hanno espresso solidarietà e concordano con i toni del post. “È palese che non sia adeguato per un ambiente istituzionale. Poi, personalmente, lo trovo pure imbarazzante e puerile”, scrive un utente, aggiungendo che “in caso di inerzia del dirigente” si potrebbe segnalare la cosa “al Comitato Unico di Garanzia ex art. 57 del D.Lgs 165/2001, a cui segnalare proprio queste fonti di disagio in ambiente lavorativo”.
Un altro commentatore ricorda un precedente: “Mi viene in mente un episodio di cronaca di qualche anno fa, un dipendente ATM aveva vinto una causa e ricevuto un rimborso perché costretto per anni a vedere questi calendari nell’officina dove lavorava. Legalmente parlando non è il massimo avere appesa 'sta roba, penso che tu abbia fatto il tuo ma non so quanto riuscirai a spuntarla”.
C’è chi sintetizza: “Calendario osceno in luogo istituzionale, pratica non congrua a quanto ci si aspetterebbe da uno spazio universitario di diffusione della cultura”.
Prenderla con ironia: attuare un strategia provocatoria
Tra le risposte non mancano i tentativi di escogitare una soluzione creativa: “Io propongo di bilanciare e metterci un calendario con uomini nudi”, scrive qualcuno.
Un altro suggerisce: “Appendi un calendario dei vigili del fuoco sexy, o un calendario pornografico gay”.
Esperienze dal mondo del lavoro
Una lavoratrice racconta un’esperienza simile: “Io lavoro in un’azienda metalmeccanica, sono una donna di 32 anni. I rappresentanti delle varie aziende li regalano al capo officina ogni anno e lui conserva le migliori. Diciamo che un po’ mi mette a disagio quando vado a trovarlo dove ci sono tutte queste donnine, però sinceramente non mi sembra molto grave. Certo è proprio una cosa da boomer, spero tanto che le prossime generazioni non saranno più così”.
Un altro utente aggiunge: “Nel nostro ufficio c’era un calendario del genere. Lo abbiamo ignorato e messo nell’angolo, poi una nuova collega l’ha buttato e nessuno si è lamentato. Era un regalo di qualche fornitore diventato un soprammobile. Secondo me non c’è niente di male a chiedere almeno la decenza di non metterlo in un punto che si veda da fuori”.
Un dirigente, invece, commenta lapidario: “Dirigo un’azienda e non tollererei nulla di simile. Hai fatto bene a reclamare”.
Le opinioni contrarie: “Stai esagerando”
Non tutti, però, condividono l’indignazione: “L’unica cosa che non va è che non è professionale. Per il resto ti stai indignando sul niente”, scrive un utente.
Un altro è ancora più diretto: “Chiamare il dirigente per una cosa del genere denota una mancanza totale nel saper ridere della nostra vita senza prenderci troppo sul serio. Quel calendario era ovviamente una cosa goliardica e definirlo grave mi sembra esagerato. A volte abbiamo bisogno di qualcosa che spezzi la monotonia e ci faccia fare due risate”.
Tra i commenti, poi, spunta la testimonianza di un ricercatore: “Lavoro in un ente pubblico di ricerca. Nel mio ufficio ho bottiglie di birre vuote, volumi dei Peanuts; non roba propriamente professionale, eppure nessuno mi ha mai detto niente”.
Il dibattito resta aperto, tra chi trova eccessiva l'indignazione e chi attende una risposta istituzionale.
Aggiornamento: dopo giorni di attesa è arrivata la risposta
E alla fine la risposta è arrivata. A distanza di alcuni giorni dalla pubblicazione del post su Reddit, abbiamo l’epilogo della vicenda: il direttore del centro di ricerca ha risposto alla mail del ragazzo, informandolo di aver già provveduto alla rimozione del calendario.