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Ragazzo di spalle seduto su una panchina

L’Università è un crocevia di esperienze, non solo legate allo studio. Le lezioni, la preparazione degli esami, le giornate passate in biblioteca… tutte occasioni, queste, per stringere relazioni che in poco tempo possono assumere la fisionomia dell’amicizia, fondamentale per affrontare le sfide accademiche con spirito di condivisione e una marcia in più.

Ma non tutti hanno accesso alla socialità con la stessa facilità, e non sono pochi gli studenti che soffrono l’isolamento. 

 

 

È questo il caso di Alessandro (il nome è di fantasia), per cui ogni pausa di 10 minuti diventa una prova di solitudine, scandita dal peso dei rapporti sociali mancati. La sua testimonianza arriva tramite un post Reddit in cui racconta i suoi dubbi, che si estendono fino a coprire tutto il suo percorso universitario: “Non so nemmeno se mi piaccia o non mi piaccia quello che sto studiando”.

 

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Il post dello studente: “Penso che abbia più senso andare a lavorare”

Così presenta la situazione Alessandro, nel suo post su Reddit: “19 anni, da Milano. Al di là della tragica combo che unisce il non uscire quasi mai con qualcuno della mia età, il non avere amicizie e il non aver mai avuto relazioni, domani ricomincio l'università”.

“Non è possibile che io debba soffrire e faticare 10 volte più degli altri”, scrive il 19enne, che continua:Sono devastato dall'idea che debba di nuovo soffrire maledettamente le pause di 10 minuti passate da solo, a girarmi per vedere se c'è qualcun altro rimasto nell'aula incollato al cellulare come me. Gli altri non devono sudare sette camicie come me, inoltre, durante la pausa pranzo o prima di entrare. Penso sia impossibile entrare nei gruppetti già consolidati, soprattutto perché vengo visto come un alieno, siccome non ho esperienze sociali da raccontare e non ho IG”. 

I problemi sociali però sembrano influenzare anche il resto, tanto da creare dei dubbi in merito allo studio: “Inoltre, sono così confuso: non so nemmeno se mi piaccia o non mi piaccia (per colpa dell'aspetto sociale dell'università) quello che sto studiando, ma quando sono a casa da solo mi piace studiare in relazione all'ambito che ho scelto”. E da qui il salto mentale è breve: Penso che abbia più senso andare a lavorare, continuando a studiare quello che ho scelto all'università come hobby, e usare quei soldi per fare più sport (iscrivendomi a più corsi, al momento ne faccio solo uno), per comprare una bici elettrica, per andare dallo psicologo e comprare cibo sano, non quello che comprano i miei (nonostante gli sia grato, capiamoci). Nel mondo del lavoro non c'è alcun obbligo implicito che si debba fare amicizia con gli altri e almeno si viene pagati, anche fosse poco”.

Eppure non è così semplice. Per compiere un cambiamento ci vuole anche la giusta predisposizione: “Ma mi sento bloccato, colpa del fatto che io non abbia abbastanza determinazione e idee chiare. Spreco le mie giornate con "abusi" di screentime, masturbazione e cibo, ma in fondo non ho realmente quel fuoco interiore che ti spinge a cambiare. A questo punto, i problemi delle prime due righe sono secondari, per quanto sono messo male”. Chiede Alessandro in chiusura del post: “Qualcuno ha mai provato la stessa cosa?”.

 

I commenti al post: “Ogni giorno durante le pause parlavo con una persona diversa”

I commenti al post non sono mancati. In molti hanno consigliato di rivolgersi a uno psicologo per valutare la situazione e trovare una via di uscita: “Tante università hanno sportelli di supporto psicologico gratuiti per gli studenti, io proverei ad andarci e vedere se ti possono dare un aiuto”, scrive un utente. “Stare da soli non è facile, né all’uni né al lavoro, ma è qualcosa su cui non è mai troppo tardi per agire, soprattutto a 19 anni”.

Qualcun altro racconta la sua esperienza per fornire degli spunti: “Ho appena cambiato corso a metà anno e ci ho messo quasi un mese per fare conoscenza con qualcuno, adesso comincio ad avere qualcuno con cui parlare, da che ho cominciato a febbraio. Non è impossibile fare amicizia quando i gruppetti sono già consolidati, cerca di trovare qualcuno con cui scambiare due parole nelle pause, tipo alle macchinette o di chiedere a qualcuno quando non capisci qualcosa. Ho conosciuto i miei migliori amici in triennale chiedendo perché non avevo capito delle cose”. 

E altri suggeriscono la propria strategia per conoscere qualcuno all’Università: Ogni giorno durante le pause parlavo con una persona diversa. Poche persone mi sembravano interessate a fare nuove amicizie, ma in breve tempo ho trovato un mio gruppo e ho conosciuto un sacco di persone”.

E infine non sono pochi quelli che si limitano a scrivere che lo capiscono, perché condividono lo stesso tipo di disagio: “Ho iniziato l'università due settimane prima e mi trovo nella stessa situazione. Speriamo di trovarci presto in una situazione migliore”.

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