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Università Sapienza, la protesta prosegue tra presidi e scioperi della fame articolo
Fonte foto: La Repubblica

“Non c’è stato alcun assalto al commissariato, solo ore di repressione”, parole degli universitari de 'La Sapienza' che, nel pomeriggio del 16 aprile, sono stati protagonisti di alcuni violenti scontri con le forze dell'ordine. Alla fine il bilancio è stato di due studenti arrestati e diversi feriti da ambo le parti.


 

Eppure loro – gli studenti – non ci stanno a passare per violenti facinorosi e proseguono spediti nella loro direzione. Dopo la scarcerazione dei due colleghi arrestati, altri due di loro si sono incatenati davanti al Rettorato della città universitaria, annunciando lo sciopero della fame.

 

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La ricostruzione dei fatti: le versioni di studenti e polizia

Come detto, due studenti sono finiti dietro le sbarre in seguito agli scontri de 'La Sapienza'. Si tratta di un ragazzo – che sarebbe salito sul cofano di una volante della polizia – e di una sua compagna che, invece, avrebbe aggredito le forze dell'ordine. I due – che sono stati rilasciati ieri – hanno raccontato la loro versione dei fatti a 'La Repubblica': “Non ho aggredito nessun poliziotto, ero andata con la mia cagnolina”, spiega la ragazza coinvolta. Anche i genitori hanno preso le sue difese: “Nostra figlia è uno scricciolo, incensurata, è un’attivista, non una facinorosa. È stata strattonata da tre poliziotti. Quando è tornata a casa era stravolta”. Della stessa opinione il papà dell'altro studente coinvolto: “Mio figlio viene dalla Libia, è in Italia per studiare e per curarsi, la maggior parte del tempo la passa in ospedale. È salito sul tetto dell’auto per gridare 'Free Palestine', ma non ha fatto alcun danno".

Gli agenti di polizia, però, raccontano un'altra storia: 27 di loro risultano feriti, due con prognosi superiore ai 20 giorni, o contusi. Secondo le autorità, infatti, non tutti i manifestanti erano studenti. In piazza c’erano i collettivi comunisti Cambiare rotta e Fgc, gli autonomi di Zaum, il Coordinamento dei collettivi, cinque esponenti del mondo anarchico e gli attivisti palestinesi del Movimento degli studenti e di Yalla Roma. E preoccupa non poco la presenza di Jehad Othman, storico attivista dell'Unione democratica arabo palestinese, arrestato nel 1984 per l’agguato al viceconsole degli Emirati Arabi a colpi di arma da fuoco.

Le catene e lo sciopero della fame: la protesta continua fino al 25 aprile

Rilasciati i manifestanti, gli studenti hanno annunciato che proseguiranno nella loro azione. Due di loro si sono incatenati davanti al Rettorato annunciando lo sciopero della fame “finché la rettrice Antonella Polimeni non ascolterà le nostre richieste e non ci spiegherà perché ha deciso di non fermare le collaborazioni con Israele”, hanno spiegato.

La Rettice è stata invitata in un'assemblea aperta sul pratone dell'ateneo, ma nel frattempo lei stessa ha espresso “l’impegno a favore del confronto e della libera espressione del dissenso purché non diventi prevaricazione”, chiedendo poi a tutti di “difendere il carattere universalistico e libero della ricerca che costituisce la condizione della sua stessa esistenza e uno strumento di incontro pacifico e comprensione tra i popoli”. Al momento, l'unico elemento certo di questo quadro è che gli studenti andranno avanti, con dibattiti, assemblee e iniziative, da qui fino al 25 aprile, come rende noto il collettivo di Cambiare Rotta.

Data pubblicazione 18 Aprile 2024, Ore 3:01
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