
Un'esercitazione di Progettazione di veicoli aerospaziali, del secondo anno di un corso laurea magistrale in Ingegneria aerospaziale torinese, è finita al centro di una polemica poiché prevedeva che gli studenti dovessero organizzare un bombardamento al confine tra Siria e Iraq.
La vicenda ha suscitato un certo dibattito, soprattutto per via dei contenuti dell'esercitazione, che riguardano l'analisi di alcuni sistemi di guida di missili balistici, studiarne gli effetti aerodinamici dopo lo sgancio o nel caso in cui l'aereo fosse stato colpito.
La polemica scatta in un tempo in cui si rivendica la necessità di mantenere separati gli ambiti militari da quelli civili.
L'esame incriminato
Il testo dell'esame chiedeva di "organizzare una missione di bombardamento con partenza da portaerei in Golfo Persico e obiettivo Iraq-Siria a 1900 km di distanza". La prova, risalente a un appello del 2021 e riproposta alcune settimane fa, è stata segnalata da alcuni studenti di origine mediorientale.
In seguito alla segnalazione, una decina di colleghi e professori hanno firmato un documento che verrà presentato al Senato accademico, per chiedere che i riferimenti sulla guerra vengano eliminati o quantomeno limitati nei test, in segno di rispetto verso coloro che provengono da Paesi in cui sono in corso conflitti.
La lettera degli studenti
Nella lettera, come riporta 'RaiNews.it', si legge: "Non è difficile immaginare con quale stato d'animo la comunità studentesca, in particolare coloro che hanno familiari e amicizie in quei territori (ma non solo), possa aver affrontato l'esame e le esercitazioni. Inoltre, desideriamo sottolineare il grave danno d'immagine che il nostro ateneo subisce nel proporre scritti d'esame riguardanti bombardamenti e azioni di guerra".
I firmatari chiedono che il tema dell'etica della didattica venga inserito al più presto all'ordine del giorno di una seduta del Senato accademico, con l'obiettivo di approfondire la questione e trovare adeguate soluzioni.