
Si fa raccomandare per passare il test di ingresso a Medicina. E tu cosa saresti disposto a fare pur di assicurarti un posto ad una facoltà a numero chiuso?
UNA BRAVA RAGAZZA CHE BISOGNO HA DI FARSI RACCOMANDARE? - Alla redazione di SkuolaNet è arrivata la fotocopia di una mail che ci ha davvero colpiti. Si tratta di una mail di raccomandazione destinata ad un docente universitario. Nella mail, che riportiamo nella foto qui sopra, è possibile leggere che la “raccomandata” in questione è una ragazza, figlia di medici, che viene, se così si può dire, “segnalata” per poter superare con successo il test psico-attitudinale ed entrare nella facoltà di Medicina.
IN ITALIA FUNZIONA COSI' - Non sappiamo se la ragazza poi abbia effettivamente superato il test e, soprattutto, se ci sia riuscita grazie alla “spinta” data da questa lettera di raccomandazione. Ma aver ricevuto questa segnalazione ci ha fatto riflettere sulla serietà del fenomeno. Vedere una raccomandazione così, nero su bianco, ci ha fatto rendere conto che l’espressione “In Italia funziona tutto così, vai avanti solo se conosci qualcuno”, non è semplicemente una frase fatta, un modo di dire.
DECIDIAMO NOI CHI PASSA IL TEST! - Ma invece di scandalizzarci, di polemizzare e di puntare il dito contro chi accetta questo genere di compromessi pur di farsi strada, perché non iniziamo noi a cambiare le cose? Se esistono persone che accettano di raccomandare brave ragazze o seri fanciulli è perché, prima di tutto, esistono dei ragazzi che chiedono di passare per una via privilegiata. Se fossimo noi, quindi, per primi a rifiutarci di vendere la nostra serietà la nostra dignità senza cercare scorciatoie, se fossimo noi giovani a pretendere il rispetto che meritiamo scartando ogni raccomandazione e ostinandoci ad affermarci dimostrando quello che valiamo, allora potremmo combattere questa mentalità diffusa del “passa chi è più furbo” e parlare davvero di valorizzazione del merito.
PRETENDIAMO RISPETTO - E se la ragazza della mail avesse parlato con i propri genitori e si fosse rifiutata di venire raccomandata? Un gesto del genere presuppone una ferma presa di posizione, e molti probabilmente non sarebbero disposti a farlo anche per paura di essere considerati stupidi a lasciarsi scappare un’occasione del genere. Eppure, se esigiamo di essere giudicati in modo giusto, sin da quando i professori ci danno i voti per i compiti in classe e le interrogazioni, se reclamiamo trasparenza per i test di ingresso all’università e se pretendiamo rispetto e pari opportunità quando cerchiamo un posto di lavoro, siamo noi a non dover barare per primi cercando scorciatoie, sotterfugi e raccomandazioni.
Cristina Montini