
Un percorso iniziato quasi per caso e diventato presto una corsa contro il tempo, vinta con determinazione e metodo. È la storia di Noemi, 23 anni, che ha concluso il percorso in Giurisprudenza in tre anni. All’inizio per gioco, poi per sfida con se stessa.
“Nell’ultimo anno e mezzo ho dato 21 esami, quando normalmente nello stesso periodo se ne affrontano 7 o 8”, racconta Noemi al 'Corriere di Torino', che oggi guarda già avanti alla pratica da avvocato. Il suo risultato è frutto di organizzazione, molta disciplina e ha trovato il motore nella profonda passione per il percorso di studi affrontato.
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La scoperta di una passione
Noemi si è diplomata al liceo classico, e inizialmente non aveva scelto Giurisprudenza come prima opzione. “Mi ero preparata per entrare a Medicina, ma non ho superato il test. Così, quasi per caso, mi sono iscritta a Legge”, spiega. È stato però durante il primo anno che qualcosa è cambiato. “Dopo un po’ ci ho preso gusto" rivela, "e ho scoperto la possibilità di laurearmi in anticipo. All’inizio era quasi un gioco, poi ho presentato le istanze al consiglio degli insegnanti, che mi hanno sbloccato gli esami degli anni successivi. Da quel momento è scattata una passione fortissima che mi ha spinta ad accelerare”.
Il ritmo serrato
A un certo punto, quindi, lo studio è diventato elemento centrale nelle sue giornate, pur dovendolo conciliare con il lavoro. “Ho sempre lavorato” racconta. Prima in un supermercato e poi come cameriera in un ristorante, “ma il tempo, se vuoi, lo trovi”, dice la ragazza.
Un ritmo intenso, il suo, fatto di sessioni d’esame con 7 o 8 prove ciascuna, fino all’ultimo, sostenuto il 9 settembre, e la laurea il 16 ottobre.
La tesi: un legame con le origini
La tesi, dedicata al contenzioso fondiario in Romania dopo la caduta di Ceausescu, unisce le sue origini familiari alla formazione giuridica. “Studiavo spesso fino a notte fonda, ma è stato gestibile. Certo, si è sempre un po’ stanchi, ma il sabato sera si esce con gli amici”, racconta sorridendo.
Conciliare studio e vita quotidiana
Noemi, inoltre, ha cercato di non rinunciare alla socialità. “Ho sempre avuto spazio per amici e famiglia, facevo sport, e quando potevo uscivo il sabato sera”, spiega.
Meno continui, invece, i rapporti con i colleghi di corso: “Ho seguito praticamente insieme il terzo, quarto e quinto anno e non riuscivo a frequentare tutte le lezioni. Per questo ho mantenuto rapporti solo con alcuni compagni, che sono stati presenti anche alla mia festa di laurea”.
Lo sguardo al futuro
Ora Noemi si prepara alla pratica forense, primo passo verso l’abilitazione professionale. “Sono ambiziosa e determinata, per ora voglio concentrarmi su questo. Poi avrò tutto il tempo per la carriera: sono ancora molto giovane e ho un vantaggio di due anni rispetto ai miei coetanei”.