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di Margherita Paolini
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posticipare il pagamento delle rette universitarie: la proposta targata Usa

L’istruzione negli ultimi tempi sta diventando davvero un privilegio per pochi, soprattutto se parliamo di università. Nel nostro Paese, per effetto della crisi e di tante poco fortuite combinazioni, le tasse universitarie lievitano in maniera incontrollata arrivando a sfiorare cifre da capogiro in diversi atenei della Penisola. Una potenziale soluzione a questo stressante problema per famiglie e studenti arriva dall’Oregon (Stati Uniti d’America). L’intuizione rivoluzionaria si chiama Pay it Forward, Pay it Back, e come si capisce dalla formula lancio ideata, si tratta di un progetto molto vantaggioso per quel che concerne il pagamento degli studi. Ma come verrebbe accolta un'iniziativa del genere in Italia?

LA PROPOSTA TARGATA USA- La notizia è comparsa sulle prime pagine delle principali riviste americane, tra cui il New York Times, conquistando nel giro di pochi giorni una risonanza internazionale. Il disegno di legge votato nell’Oregon potrebbe finalmente garantire l’accesso gratuito al college e una maggiore equità all’interno della realtà formativa. La chiave del successo della proposta sta nella posticipazione del versamento dei contributi per lo studio. I giovani potrebbero sostenere il percorso universitario a costo zero, rimborsando lo Stato solo in seguito all’ingresso nel mondo del lavoro, versando annualmente, per 24 anni, il 3% del proprio stipendio.

FORMULA VANTAGGIOSA - Si tratta per molti aspetti di una formula davvero ben studiata e vantaggiosa in termine di equità e difesa del diritto all’istruzione. Infatti liberare gli studenti dalle scadenze a breve termine delle salatissime tasse universitarie non è cosa da poco. Una spesa scaglionata in minimi contributi annui consente di affrontare con maggiore serenità il percorso universitario. Si tratta di una proposta chiaramente volta a combattere le diseguaglianze economiche e l’indebitamento pubblico e, al tempo stesso, ad incentivare tutti i corsi di laurea e i profili professionali emergenti.

E SE LA PROPOSTA ARRIVASSE DA NOI? - Accolto con grande entusiasmo da americani e non solo, il progetto non ha mancato di sollevare alcune perplessità, soprattutto in riferimento a possibili adozioni da parte dell’Europa. Infatti soprattutto in tempi di crisi, come quella che stiamo attraversando nel nostro Paese, sorge spontanea la domanda: “E se dopo la laurea non si trova un impiego?”. Interrogativo valido solo entro i nostri confini, dato che negli Usa la realtà è ben diversa. Inoltre, un’altra considerazione possibile è che un tale sistema comporterebbe la rincorsa ai mestieri maggiormente remunerativi o comunque in grado di coprire, anche se attraverso una minima percentuale di contributi annui, la spesa universitaria. Ad ogni modo quella dell’Oregon resta una proposta parzialmente valida e degno di lode il tentativo di sbloccare una situazione non più sostenibile per molti.

E tu troveresti utile pagare le rette universitarie solo al termine degli studi tramite lo stipendio?

Margherita Paolini

Data pubblicazione 27 Agosto 2013, Ore 10:48 Data aggiornamento 27 Agosto 2013, Ore 10:54
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