
Una richiesta insolita ha fatto scatenare una polemica nel mondo universitario cinese. Tutto è iniziato alcune settimane fa, quando una studentessa di un ateneo di Pechino si è recata nell'ambulatorio del campus che frequenta, per chiedere un permesso per malattia a causa di disturbi mestruali.
La ragazza, come riporta ‘La Repubblica’, è rimasta spiazzata dalla risposta che ha ricevuto: "Si abbassi i pantaloni".
L'invito, dunque, era quello di spogliarsi per "dimostrare la sua condizione".La reazione della ragazza non è stata però il silenzio, ma ha voluto prendere spunto dall'episodio per richiamare l'attenzione pubblica su una pratica che sarebbe frequente all'interno dell'ateneo, e che violerebbe la privacy delle studentesse, mettendole peraltro in imbarazzo.
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Il video virale sui social
La ragazza, sbalordita e furiosa, non si è quindi lasciata intimidire e ha deciso di denunciare l'accaduto pubblicando un video sui social. Nel filmato, si sente la sua voce che chiede a un dipendente dell’università: "Mi sta dicendo che tutte le donne che hanno il ciclo devono togliersi i pantaloni e mostrarvelo per ottenere un certificato medico?". La risposta è stata altrettanto sconcertante: "In pratica sì, c’è un regolamento".
La studentessa ha perciò chiesto una prova scritta di questo fantomatico regolamento, ma la dipendente è rimasta in silenzio, insistendo che non poteva rilasciare il permesso e invitando la giovane a recarsi in ospedale.
Il video, rapidamente diventato virale, sembra però essere stato rimosso e, dopo la pubblicazione del filmato, l'account principale della studentessa su Douyin (la versione cinese di TikTok) sarebbe stato sospeso per 30 giorni, sostenendo che ospitasse "contenuti pornografici" .
La polemica si accende: commenti tra l'assurdo e l'indignazione
La vicenda ha comunque avuto il tempo di scatenare una marea di commenti sui social cinesi, dove gli utenti hanno espresso tutto il loro sdegno. Molti hanno definito la pratica "assurda" e "umiliante".
Un utente, con un tono sarcastico ma efficace, ha scritto: "Quindi, se ho la diarrea, devo fare la cacca davanti al medico per ottenere un permesso?".
Ma non solo gli utenti comuni si sono fatti sentire. Anche esperti del settore hanno espresso la loro opinione. Zhang Yongquan, ex procuratore, ha dichiarato al 'South China Morning Post' che una pratica del genere viola chiaramente i diritti alla privacy degli studenti e che un approccio così "non è in linea con i valori fondamentali che il nostro sistema educativo dovrebbe sostenere".
La risposta dell'università: video "falsati" e procedure standard
Il giorno dopo l'accaduto, però, l'università ha rilasciato un comunicato ufficiale di difesa. La dichiarazione dell'ateneo affermava che la dipendente aveva agito "in conformità con le procedure standard" e che non aveva utilizzato strumenti né effettuato un esame fisico.
Inoltre, l'università ha sostenuto che i video dell'incidente che circolavano online erano stati "falsati". Anche questo comunicato, come il video della studentessa, sembra essere stato rimosso dalla Rete.