
L’obiettivo, quando si fa un esame, è quello di raggiungere la perfezione, al punto da sorprendere anche i professori. Un intento che è riuscita a realizzare una studentessa di Lingue all'Università Federico II di Napoli, che ha sostenuto un esame scritto. Ma il suo "percorso netto", anziché premiarla, si è trasformato in una disavventura.
Tutta colpa della paura dei prof di essere ingannati dall'Intelligenza Artificiale, uno dei loro incubi maggiori in questo periodo storico.
Così, la sua "estrema perfezione formale"- com'è stata definita dai docenti in fase di correzione del compito svolto qualche giorno prima - le è costata una sonora bocciatura, che le ha impedito di accedere così alla fase orale. L'accusa? Proprio quella di aver usato ChatGPT, racconta la ragazza a 'Fanpage'.
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L'esame di lingue "perfetto"
La studentessa ha spiegato come funziona il test che ha sostenuto: "L'esame in questione si svolge in presenza con un computer, che può essere sia quello dell'università sia il proprio. Io, personalmente, ho scelto di usare il mio".
E continua: "Essendo un esame di lingua, era diviso in una parte di grammatica ed una di testo libero, con la prova passataci via Teams”.
La brutta sorpresa è arrivata all’esito dell’esame: “Quando sono usciti i risultati dello scritto, non ho trovato il mio ed ho iniziato a chiedere ai docenti cosa fosse accaduto", ha raccontato la ragazza.
Bocciata a causa di ChatGPT
Il motivo? "Mi hanno detto che ero stata bocciata, perché a loro avviso il compito era stato realizzato con ChatGPT", ha rivelato la studentessa, quindi niente accesso all'esame orale, per il quale è propedeutico passare lo scritto.
Un'accusa inaspettata, soprattutto perché era "un compito caratterizzato da estrema perfezione formale, così mi è stato detto dalla docente". Ma, secondo i professori, l'elaborato presentava "diversi indicatori di intelligenza artificiale"
La studentessa, però, non ci sta: "Ma questo non vuol dire niente, se una cosa è corretta, è corretta. Un conto è se scopri la persona che usa ChatGPT mentre fa il compito, ma non puoi usare gli indicatori in maniera postuma. Scrivere bene non è un difetto".
L'esame da rifare, ma l'amaro in bocca resta
Nonostante la delusione, la ragazza ha deciso di non abbattersi: "Trattandosi di un esame a scelta, lo rifarò senza troppi problemi, però ci sono rimasta male. Ripeto, lo sosterrò di nuovo, perché non mi pregiudica niente. Sto anche già scrivendo la tesi per la Laurea Magistrale", ha concluso.
La sua storia, però, apre comunque a nuove domande su come l'università si adatterà all'era dell'intelligenza artificiale.