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I giovani italiani? In fuga verso l'estero per trovare un lavoro articolo

E' stato presentato il XII rapporto "Italiani nel mondo" realizzato dalla fondazione Migrantes. Continua e si rafforza la 'fuga' degli italiani all'estero. Secondo la ricerca, il Paese dove nell’ultimo anno sono arrivati più italiani è stato il Regno Unito con 24.771 iscritti, seguito da Germania (19.178), Svizzera (11.759), Francia (11.108), Brasile (6.829) e Stati Uniti (5.939).

La Lombardia, con quasi 23mila partenze, si conferma la prima regione da cui gli italiani hanno lasciato l’Italia alla volta dell’estero, seguita dal Veneto (11.611), dalla Sicilia (11.501), dal Lazio (11.114) e dal Piemonte (9.022). Il Friuli Venezia Giulia è l’unica regione con meno partenze.
Sono quasi 5 milioni, al primo gennaio 2017, gli italiani che vivono all'estero secondo i dati delle iscrizioni all'Aire (Anagrafe degli italiani residenti all'estero). Per la precisione, sono 4.973.942, che costituiscono l'8,2% degli oltre 60,5 milioni di residenti in Italia alla stessa data. Un numero che è costantemente aumentato negli anni (nel 2006 erano poco più di 3 milioni, +60,1%).

Giovani in partenza

Purtroppo, non si arresta la fuga degli italiani all'estero, soprattutto giovani in cerca di opportunità di lavoro. La ricerca segnala un aumento degli espatri del 15,4% nel 2016 con 124.076 persone che hanno deciso di lasciare la propria casa. Il numero di emigrati è in costante crescita: ad inizio 2017 si contavano quasi 5 milioni di residenti all'estero, pari all'8,2% dei 60,5 milioni che risultano residenti nel Bel Paese. La motivazione è sempre la stessa: carenza di lavoro ed opportunità. Lo conferma il gran numero di giovani under 35 che espatria, che risulta oltre un terzo del totale di emigrati (34,9%) e segna una crescita del 23,3%. Molti anche gli ultra 50enni sfiduciati, che risultano "disoccupati senza speranza".

I motivi della fuga

Le partenze – spiega Migrantes – non sono individuali ma di “famiglia” intendendo sia il nucleo familiare più ristretto, ovvero quello che comprende i minori (oltre il 20%, di cui il 12,9% ha meno di 10 anni) sia la famiglia “allargata”, quella cioè in cui i genitori – ormai oltre la soglia dei 65 anni – diventano “accompagnatori e sostenitori” del progetto migratorio dei figli (il 5,2% del totale).
A questi si aggiunga il 9,7% di chi ha tra i 50 e i 64 anni, i tanti “disoccupati senza speranza”, “tristemente noti alle cronache del nostro Paese poiché rimasti senza lavoro in Italia e con enormi difficoltà nel riuscire a trovare alternative occupazionali concrete per continuare a mantenere la propria famiglia e il proprio regime di vita”. Le donne sono meno numerose in tutte le classi di età ad esclusione di quella degli over 85 anni (358 donne rispetto a 222 uomini): si tratta soprattutto di vedove che rispondono alla speranza di vita più lunga delle donne in generale rispetto agli uomini.