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Proroga anno accademico: MUR pronto a indennizzare atenei, ma decisione spetta a loro articolo

Finalmente qualcosa di muove. I rappresentanti del Consiglio nazionale degli studenti universitari guardano il bicchiere mezzo pieno dopo l'incontro con la Ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.

La riunione dello scorso venerdì 29 aprile – che verteva sulla proroga dell'anno accademico - soddisfa a metà gli studenti che da tempo ne invocavano l'adozione. In particolare, l'Unione degli Universitari ha fortemente criticato la Ministra Bernini, invitandola ad avere “più coraggio”.

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L'autonomia genera disparità

Da tempo gli studenti chiedevano la proroga dell'anno accademico 2022-2023 che, secondo la normativa vigente, si è chiuso ufficiailmente il 31 marzo 2024. Gli studenti chiedevano invece un prolungamento fino al 15 giugno, per dare la possibilità ai laureandi di recuperare il tempo perso a causa della pandemia e fargli risparmiare le tasse per l’intero anno. La buona notizia per tutti loro è che il MUR non metterà i bastoni tra le ruote a nessuno: lo scorso venerdì, infatti, Bernini ha incontrato Alessia Conti, Presidente del CNSU, per parlare della proroga dell'anno accademico e, durante l’incontro, il MUR ha dichiarato di essere disponibile a rimborsare gli atenei che attueranno in autonomia la proroga dell’anno accademico o misure assimilabili, quali l’esenzione dalla contribuzione studentesca degli studenti laureandi.

"Dopo mesi di pressioni racconta Contiabbiamo ottenuto l'impegno del Ministero nel sostenere economicamente gli atenei che consentono agli studenti di laurearsi senza pagare nuove tasse. Questa è una parziale risposta alle richieste del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, sebbene ancora una volta tutto venga rimesso all’autonomia degli atenei. Il rischio è quello di esacerbare le disuguaglianze. Ora è necessario l'impegno delle università, per questo continueremo a sollecitare anche la CRUI, che sarà presente nella seduta del Consiglio dell'11 aprile”.

Niente da fare, invece, sulla possibilità di emanare norme che uniformino l’intervento a livello nazionale. E proprio per questo studentesse e studenti dell'UDU si dicono decisamente meno ottimisti: Purtroppo il Governo non intende attuare una misura nazionale. È sbagliato perché si genera una situazione frammentaria: l'autonomia lasciata ai singoli atenei crea disparità, per questo abbiamo ribadito l'importanza di una normativa unica. Il Governo ci sta dando risposte tardive e insoddisfacenti. Alla Ministra Bernini chiediamo più coraggio, ma intanto invieremo come Udu una seconda lettera alla CRUI per sollecitare i Rettori. Gli atenei continuano a tassare pesantemente gli studenti fuoricorso, ci batteremo in tutte le università affinché si smetta di fare cassa in questo modo" scrivono gli universitari.

Data pubblicazione 2 Aprile 2024, Ore 8:08
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