
Una nuova domanda compare nel questionario che gli studenti universitari devono compilare ogni anno sulla valutazione dell’attività didattica dei loro docenti: quante volte il professore si è presentato in aula per tenere personalmente le sue lezioni?
LA NUOVA DOMANDA - La novità è riportata dal Sole24Ore che pubblica il commento di un docente universitario che si interroga, oltre che sulla necessità di chiedere ai rettori di rendere subito pubblici i dati raccolti, anche sull’opportunità di affidare il controllo sull’operato dei docenti agli studenti che seguono le loro lezioni.
NON PIÙ PROF ASSENTEISTI - Ma cosa dice la legge al riguardo? Quante ore di lezione i docenti universitari devono obbligatoriamente svolgere? La legge “Gelmini” del 30 dicembre 2010, n. 240 “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario”, distingue le tipologie di professori e ricercatori e il monte ore minimo di attività didattiche che questi devono svolgere.
PROFESSORI E RICERCATORI - Innanzitutto professori e ricercatori si distinguono in quelli a tempo pieno e quelli a tempo definito. I primi, tra attività di ricerca, di studio e di insegnamento, devono svolgere complessivamente 1500 ore l’anno, i secondi 750 ore.
Limite minimo per i professori - In base alla citata legge, i professori “sono tenuti a riservare annualmente a compiti didattici e di servizio agli studenti, inclusi l'orientamento e il tutorato, nonché ad attività di verifica dell'apprendimento, non meno di 350 ore in regime di tempo pieno e non meno di 250 ore in regime di tempo definito” e sarà il regolamento di ateneo a stabilire i criteri e le modalità.
Limite massimo per i ricercatori - Il regolamento di ateneo deciderà anche riguardo ai ricercatori che sono comunque "tenuti a riservare annualmente a compiti di didattica integrativa e di servizio agli studenti, inclusi l'orientamento e il tutorato, nonché ad attività di verifica dell'apprendimento, fino ad un massimo di 350 ore in regime di tempo pieno e fino ad un massimo di 200 ore in regime di tempo definito” in modo che non siano "sfruttati" dai docenti che non amano l'insegnamento.
Ma non sono gli unici a poter tenere lezioni universitarie. Esistono i cosiddetti ricercatori aggregati che possono svolgere moduli o corsi curriculari se questo è previsto dal regolamento dell’università.
NO LEZIONI, NO ABILITAZIONE - E se non rispettano questi limiti? La legge rimanda ad ogni ateneo la regolamentazione per la certificazione e la verifica dell’effettivo svolgimento dell’attività didattica e, in caso di valutazione negativa, i professori e i ricercatori pagheranno l’assenteismo con l’esclusione dalle commissioni di abilitazione, selezione e progressione di carriera del personale accademico, oltre che dagli organi di valutazione dei progetti di ricerca.
NELLA TUA FACOLTÀ COSA SUCCEDE? - In attesa di vedere pubblici i dati raccolti dalle università italiane, Skuola.net chiede a tutti gli studenti universitari di rispondere con un commento alla domanda “quante volte il tuo prof ha svolto personalmente le lezioni?”:
- quasi mai o saltuariamente (da 0 a 25%);
- per una piccola parte (da 25 a 50%);
- per una buona parte (da 50 a 75%);
- per tutte o quasi tutte (da 75 a 100%).
Cristina Montini