Serena Rosticci
di Serena Rosticci
Immagine autore
5' di lettura 5' di lettura
la storia di Mary era solo una bufala pilotata ad arte da Striscia la Notizia

Una bufala pensata ad arte. Questa l’affermazione che meglio sintetizza la storia di Mary, la studentessa universitaria che la settimana scorsa era sulla bocca di tutti per via delle foto hard che lei avrebbe voluto vendere per comprarsi uno scooter.

Ieri il giorno della verità. Dietro la messa in scena, un concorso fotografico di cui Luca Abete, giornalista di Striscia la Notizia, è testimonial.

IL POMERIGGIO DI MARY - Che Mary non fosse mai esistita Skuola.net lo aveva capito benissimo. Quello che non aveva capito è che dietro il fake ci fosse un’intera organizzazione capitanata da Luca Abete. Ieri la verità ha iniziato ad intravedersi a Pomeriggio Cinque, di fronte ad una Barbara D’Urso che, convinta di parlare telefonicamente con Mary, è rimasta ad dir poco stupita nello scoprire che, non solo le intenzioni della ragazza non erano quelle di vendere le sue foto hard, ma che dietro a tutto c’era anche Striscia La Notizia.

LA NOTIZIA L’HA CREATA STRISCIA - Ma per avere un quadro chiaro abbiamo dovuto attendere la sera e guardare il programma di Antonio Ricci. A quel punto il mistero è stato svelato nella sua interezza: nel servizio di Striscia, Luca Abete confessa divertito di esserci lui dietro i volantini diffusi nelle università di Napoli e che, appunto, ritraevano Mary con il famoso foglio a coprirle il volto in cui parla della sua idea. “Non si accenna in nessun modo alle foto hard al centro dello scandalo e il famoso scooter di cui si è tanto parlato non è altro che uno dei premi in palio per i vincitori del contest”, dice il giornalista nel servizio, “insomma è bastata qualche fotocopia e un rotolo di nastro adesivo per sollevare un polverone creato da chi, invece di leggere tra le righe, probabilmente le righe non le ha viste proprio distratto da qualcosa di più appariscente”.

NESSUNA FOTO HARD? - Ma è davvero così? Tutti, giornali, tv, radio e siti d’informazione, abbiamo voluto leggere un messaggio che con la malizia non aveva nulla a che fare? Stando alle prime conversazioni che il nostro giornalista ha avuto con Mary non sembrerebbe proprio.

Mary è chiara: vendo foto che mi ritraggono in cambio di uno scooter o di uno smartphone

IL MESSAGGIO PILOTATO - Effettivamente Mary non ha mai parlato di foto hard nemmeno con noi, ma ce lo ha sicuramente fatto intendere molto bene. Insomma, non è stata solo la scollatura profonda della fantomatica studentessa ad essere ambigua, ma anche le parole che lei ha usato: “Che foto vendi? Sembra che tu voglio giocare sul doppio senso”, le abbiamo chiesto e, quando lei ha sfuggito la nostra domanda, siamo stati ancora più chiari: “Sembra che tu venda foto di te stessa”. A quel punto la risposta lascia poco all’immaginazione: “Appunto, non credo si debba aggiungere altro”.

PUBBLICITÀ SUL FENOMENO DELLE BABY SQUILLO - Insomma, il messaggio è stato fin troppo chiaro e forse ora sembra un po’ tardi puntare il dito sulla malizia dei mezzi di informazione. Mezzi di informazione che, fra l’altro, sembrano essere stati pilotati ad arte da chi ha creato la notizia per suoi scopi personali e che, con tutta probabilità, puntava sull’agitazione creata dal fenomeno delle baby squillo per sfruttare, forse in maniera un po’ troppo scorretta, un momento che era ancora caldo.

I COMMENTI DEGLI UTENTI - Intanto la rete non si astiene dai commenti. Sulla fanpage della ragazza gli utenti si dividono in due categorie: coloro che si complimentano per la trovata pubblicitaria e coloro che invece sono indignati. "Io ho tolto il mi piace alla pagina" scrivono in molti facendo eco a chi dice "non mi sembra giusto arrivare a certe soluzioni per farsi pubblicità". Di contro, sembrano essere in molti anche coloro che affermano che chi ha organizzato la messa in scena è "un genio" e che continuano "manovra pubblicitaria fighissima".

Secondo te è giusto utilizzare un fenomeno come quello delle baby squillo per fare pubblicità?

Serena Rosticci