
Siete tra quelli che pensano che le lauree umanistiche non servano a nulla? Dopo la professoressa Cardini che ha difeso la dignità di Lettere, Scienze della Comunicazione & Co., arrivano altre buone notizie per coloro che vorrebbero trovare lavoro nel settore culturale: arte e cultura resistono alla crisi ed è da queste che potrebbe ripartire lo sviluppo economico del nostro Paese.
LA CRISI SI COMBATTE CON LA CULTURA - Durante la conferenza stampa di presentazione del Master in “Management delle Risorse Artistiche e Culturali” organizzato dalla Fondazione Roma e dall’Università IULM, si è parlato dell’importanza che può avere il settore della cultura per far fronte all’attuale crisi economica e del lavoro, sottolineando l’importanza, però, di specializzarsi e prepararsi per poter diventare effettivamente una risorsa appetibile per le aziende che operano in tale ambito.
ANCHE L'ARTE HA UN VALORE ECONOMICO - Il Presidente della Fondazione Roma, l’Avv. Emanuele, si è soffermato proprio sulle prospettive di crescita offerte dall’arte e dalla cultura sostenendo che “L’arte ha un indiscusso potenziale economico, genera prodotti, occupazione e redditi, e la cultura è ‘l’energia pulita’ in grado di far ripartire il Paese”.
SERVE SPECIALIZZARSI - Già oggi la quota dei lavoratori impegnati nelle imprese culturali raggiunge livelli positivi, anzi, il Prof. Giovanni Puglisi, Rettore dell’Università IULM, ha dichiarato che “il settore cultura è uno dei pochi che resistono alla contrazione dei consumi a causa della crisi”. Ma bisogna fare attenzione. Non sarà una semplice laurea in discipline umanistiche a spalancarvi le porte sul mondo del lavoro. Anzi, oggi molte facoltà, sostiene il Segretario Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’architetto Recchia, preparano gli studenti in modo slegato da quelli che sono gli effettivi bisogni del mercato del lavoro creando illusioni nei giovani. Per questo serve specializzarsi.
PRIMA PONETEVI UN OBIETTIVO, POI FORMATEVI - Per potersi inserire in questo settore economico, servono competenze trasversali: umanistiche, sociali e manageriali specifiche. A premiare gli studenti sarà un percorso di studi specifico e ben orientato a quella che sarà la figura professionale che si vorrebbe ricoprire. Il consiglio, quindi, è quello di non limitarsi ad iscriversi ad una facoltà universitaria, ma di capire, sin dal momento in cui ci si immatricola, che cosa si vuole fare da grandi e cercare di formarsi attraverso ulteriori percorsi formativi o esperienze di lavoro e stage in un determinato e specifico comparto.
Cristina Montini