
In tempi di crisi arriva la rivincita delle lauree umanistiche, forse. Una docente del Corso di laurea in Comunicazione della Iulm spiega a cosa serve, secondo lei, continuare ad iscriversi all’università oggi e perché le lauree umanistiche possono fare la differenza in un mondo del lavoro in grave crisi.
LAUREE IN SERIE A? - La professoressa Daniela Cardini ha risposto sul Corriere ad alcune domande sulla distinzione che spesso si tende a fare tra lauree di serie A e di serie B, cioè quelle che dovrebbero offrire maggiori opportunità di lavoro e quelle che, al contrario, illudono gli studenti precludendo poi loro ogni rosea carriera.
PER SUPERARE LA CRISI BISOGNA REINVENTARSI - La professoressa Cardini, che insegna “Format e prodotti televisivi”, spiega dapprima che ruolo ha per lei l’università: “Prima di tutto insegnare a pensare e poi a lavorare. A mio avviso una buona università dà gli strumenti per usare bene la propria testa e quando si riesce davvero a farlo poi ci si può presentare sul mercato del lavoro con un valore diverso. E in questo senso – precisa la Cardini – le università umanistiche hanno una marcia in più nonostante si creda il contrario”.
LA RIVINCITA DELLE UMANISTICHE - Pur riconoscendo che prendere una laurea di tipo scientifico-tecnico permette di specializzarsi e di avere più probabilità di trovare un’occupazione in un settore specifico, la professoressa Cardini sottolinea che “se questo settore è saturo diventa più difficile riciclarsi”. “Non mi sorprende – continua – chi si laurea in filosofia e finisce a lavorare con successo in ambiti apparentemente lontani da quella facoltà.
SEGUITE LE PASSIONI - Ma, lungi dal fare generalizzazioni azzardate, non si può dire che esistano lauree di serie A e di serie B. Dunque, il consiglio della docente è quello di seguire le proprie passioni, perché “in un mondo in cui ci sono difficoltà reali, è più semplice superarle se sei motivato dalla passione per quello che fai. Se, invece, hai scelto una facoltà per convenienza, superare i momenti difficili diventa più complicato”.
Cristina Montini