
“Mi laureo senza aver sostenuto uno straccio di esame”: un progetto sfrontato e, a sentirlo, ambizioso. E invece ce l’ha fatta, il ventottenne pugliese che nel settembre del 2011 si è presentato alla discussione delle tesi di laurea sicuro e sorridente con un lavoro dal titolo “Simboli religiosi e il loro effetto sul senso di inclusione o esclusione nei bambini cattolici e musulmani”.
E il neolaureato ha potuto dormire sogni tranquilli per diversi mesi. Solo all’inizio del 2012, infatti, gli uffici del Bo, addetti al controllo delle pratiche relative ai neolaureati, hanno notato delle manifeste anomalie nel caso dello studente pugliese.UNO STUDENTE FANTASMA - Sono scattate immediatamente tutte le verifiche necessarie a far chiarezza relativamente alla bizzarra vicenda. E gli accertamenti hanno rilevato che effettivamente lo studente, al momento della laurea, non era depositario dei requisiti indispensabili per accedere alla discussione. Niente esami, niente titoli: un fantasma nei corridoi universitari. Il fascicolo è stato affidato al pm Maria d’Arpa, e la denuncia ai danni del giovane truffaldino è arrivata prontamente.
LA BEFFA AI DANNI DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA - Conoscendo le complesse pratiche burocratiche riguardanti il fantastico mondo dell’università, questa storia suona inverosimile. Ma, a quanto pare, lo studente non ha fatto una gran fatica a beffare gli uffici dell’università e il corpo docenti, in prima linea la relatrice di tesi: poche mosse necessarie a scaricare i moduli e la documentazione fondamentali a provare il proprio diritto alla laurea. Non si è trattato di un piano troppo elaborato, ma di una bravata ben riuscita e alla portata di ogni giovane imbroglione. Ci si interroga in questi giorni sul come e il perché.
SEMPLIFICARE IL SISTEMA: OCCHIO AGLI IMBROGLIONI - Probabilmente, come conseguenza del caso, vari atenei correranno ai ripari per evitare che si ripetano esempi di questo genere. Qualsiasi pratica universitaria, dall’immatricolazione alle iscrizioni agli anni successivi, richiede tempo e pazienza. Accedere alla sessione di laurea poi è veramente un percorso a ostacoli, o meglio a moduli, rigorosamente firmati e controfirmati dal prof responsabile, che si tratti del relatore, del correlatore, del Preside di Facoltà. E allora, o lo studente incriminato è stato un mago che è riuscito a tirare fuori dal cilindro l’attestato di laurea come un coniglio, o c’è stata un po’ di leggerezza nell’analizzare le domande di laurea. La lezione del caso insegna che, molto probabilmente, le pratiche d’ufficio e di segreteria dovrebbero essere alleggerite e economizzate nei modi e nei tempi. Tuttavia affidare tutto alla informatizzazione e digitalizzazione del sistema può rappresentare una minaccia.
Margherita Paolini