
“Se non avete fatto il classico o lo scientifico è inutile che proviate Medicina”. È una delle frasi pronunciate da una professoressa dell’Università di Bari durante il cosiddetto semestre filtro per l’accesso a Medicina. La docente avrebbe poi aggiunto: “Se avessi avuto un figlio iscritto al semestre filtro a 25 anni lo avrei mandato a consegnare le pizze”.
Le parole, riportate da alcuni studenti presenti, hanno rapidamente fatto il giro dei social e scatenato le reazioni delle rappresentanze universitarie, che parlano di “affermazioni offensive e demotivanti”.
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La denuncia degli studenti
L’Unione degli Universitari (UdU) di Bari è intervenuta duramente, definendo l’episodio “uno scivolone dopo cui sarebbe meglio riflettere sul fatto che non sono gli studenti a essere sbagliati, ma il sistema ingiusto”.
Un membro dell’esecutivo di UdU Bari, ha dichiarato, come riporta 'Open': “Vogliamo rassicurare i ragazzi non solo più piccoli, ma anche di 25, 27, 30 anni, che non sono sbagliati e non sono fuori tempo. I professori hanno la libertà di fare tutte le considerazioni che ritengono opportune, ma non ci è sembrato corretto nei confronti di chi sta affrontando un percorso completamente nuovo e molto complesso”.
Lo studente ha poi sottolineato le difficoltà del nuovo sistema d’accesso: “La pressione psicologica è tanta, la competitività è più accesa che mai. Gli studenti ci parlano quotidianamente di attacchi di panico, problemi di ansia, mancanza di collaborazione e aspettative familiari troppo alte”.
Il nuovo semestre filtro per Medicina
Da quest’anno, l’accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria non avviene più tramite test d’ingresso nazionale, ma attraverso un semestre comune, il cosiddetto semestre filtro. Al termine, gli studenti devono superare alcuni esami qualificanti: solo i migliori potranno accedere ai corsi di laurea, mentre gli altri resteranno esclusi.
Nonostante il cambiamento, il numero di posti rimane limitato e la competizione, come denunciano le associazioni studentesche, è più alta che mai.
La condanna della ministra Bernini
Sulla vicenda è intervenuta anche la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che ha condannato le parole della docente: “Sono parole che tradiscono la missione stessa dell’Università, fondata sul rispetto, sull’inclusione e sul valore del merito. Diventano ancor più inaccettabili se riferite al semestre aperto di Medicina, pensato per superare test di ingresso e corsi di preparazione privati”.
La ministra ha poi aggiunto: “Mi auguro che l’Ateneo e la docente possano chiarire al più presto l’accaduto, perché nessuno studente deve sentirsi escluso o umiliato nel suo diritto di studiare”.
Il rettore invita al dialogo
Il rettore dell’Università di Bari, ha cercato di riportare la calma: “Ho parlato sia con la rappresentanza studentesca che con la docente. Il tema è molto ridimensionato. La docente ha espresso delle opinioni durante una pausa tra un’ora e l’altra, non mentre faceva lezione: stava manifestando le difficoltà del semestre filtro e la necessità di una buona preparazione di base, ma non voleva scoraggiare nessuno”.
Il rettore ha, inoltre, annunciato un incontro chiarificatore: “Nei prossimi giorni ci sarà un confronto tra la docente e le rappresentanze studentesche, a cui parteciperò anche io. È importante affrontare insieme le criticità emerse e ricostruire un clima sereno”.