ImmaFer
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IA nella sanità

Un traguardo storico quello raggiunto dall’Università di Torino: nel Polo didattico San Luigi Gonzaga di Orbassano si sono, infatti, laureati i primi tre esperti italiani in intelligenza artificiale applicata alla biomedicina e alla sanità.

Con il corso magistrale Artificial Intelligence for Biomedicine and Healthcare (AIBH), l'ateneo piemontese inaugura dunque una nuova generazione di professionisti capaci di connettere scienze della vita e tecnologie digitali.

Indice

  1. Un corso pionieristico
  2. I primi laureati
  3. Tra innovazione e ricerca
  4. Nuove prospettive per la salute digitale

Un corso pionieristico

Il percorso di studi AIBH, appartenente alla classe LM-91 Techniques and Methods for the Information Society, è il primo in Italia interamente dedicato all’intelligenza artificiale in ambito biomedico. Il corso, della durata di due anni e svolto interamente in lingua inglese, mira a formare figure capaci di integrare competenze di AI, data science e discipline sanitarie per contribuire in modo innovativo ai processi di ricerca, diagnosi e cura.

Il primo anno offre una solida preparazione in ambito biologico, medico e informatico; il secondo si concentra invece su un approccio interdisciplinare, con insegnamenti che spaziano dal Machine Learning alla Precision Medicine, dalla Robotics in Healthcare all’etica e al diritto delle nuove tecnologie.

I primi laureati

E, come detto, ci sono già dei primi laureati. Con le loro ricerche che testimoniano l’ampiezza delle applicazioni dell’intelligenza artificiale nella medicina moderna: dall’esplorazione di dati su scala cellulare in oncologia, alla pianificazione chirurgica personalizzata, fino alla predizione non invasiva del rischio tumorale tramite analisi radiomiche.

“Questi primi laureati rappresentano un traguardo significativo per il nostro corso e per l’Ateneo: testimoniano la capacità dell’Università di Torino di innovare nella formazione, integrando scienze della vita e tecnologie digitali in modo sinergico e responsabile”, ha dichiarato la presidente del Corso di Laurea Magistrale.

Tra innovazione e ricerca

Il corso AIBH, in concreto, forma la figura del digital innovator in biomedicine, un professionista in grado di analizzare e gestire dati biomedici e sanitari in maniera integrata e consapevole. Tra gli ambiti di applicazione si trovano la diagnostica per immagini, l’analisi multi-omica dei big data, la sanità pubblica digitale e la robotica medica.

“Sono specialisti che incarnano una nuova generazione di professionisti capaci di tradurre l’innovazione digitale in progresso concreto per la biomedicina e la salute”, aggiunge il direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino, “costruendo un vero ponte tra il mondo computazionale e quello biosanitario”.

Nuove prospettive per la salute digitale

I laureati in Artificial Intelligence for Biomedicine and Healthcare, ora, potranno intraprendere carriere nella ricerca scientifica, nell’innovazione tecnologica, nell’industria farmaceutica e biotecnologica, oltre che nella gestione dei dati clinici ed epidemiologici. Le competenze acquisite aprono anche la strada a percorsi di imprenditorialità legati all’uso dell’intelligenza artificiale per la salute.

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