Andyb3105
di Andyb3105
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“Cavolo, DEVO rifare il letto!”
Dal momento in cui ti alzi dal letto sai già di dover compiere una scelta: fare o non fare il letto? Tu non dai troppo peso a questa decisione, se hai tempo e voglia forse lo fai, altrimenti assolutamente no.
La questione se rifare il letto, però, non coinvolge solo una meccanica attività cui siamo stati costretti fin dall'infanzia: ci sono motivazioni valide che ci possono spingere a rifarlo...

Ed altre che invece ci farebbero propendere per lasciarlo così come è.

Teoria #1. Rifarlo per essere più produttivo
Da quanto emerge dal libro “The Power of Habits” di Charles Duhigg, rifare il letto influenzerebbe positivamente la nostra giornata. Secondo questa tesi, infatti, porsi come proposito rifare il letto al mattino e adempierlo comporterebbe l'instaurarsi di un circolo virtuoso, legato al fatto di adempiere ai propri compiti. Chi rifà il letto ogni mattina, quindi, pare essere più produttivo durante il giorno sul posto di lavoro: iniziare la propria giornata portando a termine una prima cosa da fare, renderebbe più positivi e stimolati a terminare anche le altre.
Che tu condivida o meno questa tesi, rifare il letto è un'ottima attività aerobica. Per rifare il letto si bruciano 150 calorie in mezz'ora!

Teoria #2. Non rifarlo per la tua salute
D'altra parte, anche per non rifare il letto ci sono ottime motivazioni: uno studio dell'Università di Kingstone (UK) ha dimostrato che rifacendo il letto si crea un ambiente favorevole per lo svilupparsi di colonie di acari, i peggiori nemici per chi soffre di asma e per chi teme di condividere il letto con delle microcreaturine pelosette. Infatti, l'umidità che il nostro corpo rilascia funzionerebbe da fonte primaria di acqua per quei bastardelli, favorendone così la moltiplicazione: lasciare il letto sfatto comporterebbe l'asciugarsi delle umidità e il dissiparsi del calore, altro elemento necessario per la loro proliferazione.
Vuoi mettere il feng-shui a confronto di un microscopico invasore?

Rifare o non rifare il letto? Risponde la youtuber

Teoria #3. Le polpette
La polpetta non teorizza, rotola.
Al di là del bene e del male ci sono le polpette. Creature a metà tra l'uomo e il talamo, passano la giornata a rotolare tra le coperte. Le statistiche (le mie) ci dicono che almeno l'ottanta percento degli studenti ha attraversato la fase della polpetta: apri un occhio, sciogli quella colla di caccoline degli occhi che ti impedisce la vista dell'altro, vieni traumatizzato dall'impatto con la luce, ti stiracchi, tiri fuori un piede da sotto il piumone (la polpetta manifesta tutta la sua gloriosa polpettaggine prevalentemente nelle stagioni fredde), constati che fa freddo, e inizi a impanarti della coccolosa morbidezza del letto. Accorgendoti compiaciuto che, a letto, puoi fare tutto: perché abbandonarlo e affrontare il mondo esterno, quando puoi comodamente vivere la tua letargia tra le lenzuola dei Looney Tunes?
Non vorrai mica lasciare il povero letto, solo e indifeso, in balia degli acari, vero? Tra i nobili propositi della polpetta c'è ovviamente la difesa dell'innocente superficie. La giornata della polpetta, comunque, non trascorre affatto passivamente. Tra i suoi interessi principali troviamo lo studio degli effetti della dinamica sulle superfici: più rotoli, più il letto si scalda. La polpetta è un'empirista per definizione. Tutto ciò che sa è effetto del suo esame sul campo: il letto.
Per la polpetta la questione se rifare il letto o non rifarlo non si pone nemmeno: le rare volte in cui si scinde, con una vera e propria mitosi, dal letto, e si allontana dalla sua metà, spogliato della corazza di lenzuolini Ikea e piumoni, fa in modo che la separazione sia solo momentanea. L'annoso problema è lontano dalla polpetta, che dal primo momento di distacco già si pregusta il ricongiungimento con l'oggetto del suo desiderio.

E tu, come la pensi? Fare, rifare o polpetta?

Andrea Buticchi