
Si giustifica e in parte ammette, ma sostanzialmente si dichiara una persona onesta e, in fondo, fa lo scaricabarile: ecco che in queste ore Francesco Fedele ha risposto all'accusa di aver pilotato il concorso pubblico per l'ammissione alla scuola di specializzazione di Cardiologia 1 a La Sapienza di Roma. Il professore afferma che sia fisiologico scegliere, a parità di valore, chi si conosce meglio, e afferma il diritto della commissione di dare un'opinione soggettiva sulla tanto incriminata prova pratica scritta, la parte dell'esame più manovrabile secondo chi considera disonesto lo svolgimento del concorso. Ma come si concilia questa affermazione con il fatto che, teoricamente, l'esame dovrebbe essere anonimo? Le risposte del direttore, insomma, sembrano confuse, e alla fine si difende dicendo di non essere un barone, puntando il dito contro altre Università dove, a suo dire, la situazione è ben più compromessa.
IL VANTAGGIO DI CONOSCERSI - I ragazzi seguiti personalmente dal professore e direttore Fedele hanno un vantaggio rispetto a chi viene da fuori, e "il vantaggio è rappresentato dal fatto che nel tempo conosci le persone. È fisiologico, monto il cavallo che conosco di più". Ma il discorso sembra non prendere in considerazione un particolare importante: il fatto che teoricamente l'esame dovrebbe essere anonimo. Quindi Fedele si corregge: "Certo, certo, è tutto segreto". Poi continua spiegandosi: "Voglio dire che non si può rendere tutto asettico, affidarci solo ai computer: tot il curriculum, tot una prova a quiz che passano tutti con 60 punti. Nella prova scritta la nostra valutazione ha un peso, credo sia giusto". Ma il ragionamento non spiega la contraddizione.
CHI DECIDE IN COMMISSIONE - E' quindi possibile che chi non sia cresciuto nella scuola, pur avendo un curriculum prestigioso, sia scartato a favore di altri candidati interni? Fedele di fatto non lo nega, ma si discolpa dicendo che non sia lui da solo a decidere: "La commissione fa discussioni approfondite, dure. Cinque membri. Litighiamo. Senta, io qui non sono l'unico che decide, c'è anche il collega pari grado di Cardiologia due"- poi continua ammettendo che i concorsi truccati sono sempre esistiti, e punta il dito contro altre Università - "Il mio maestro, lui sì che faceva il bello e cattivo tempo, entrava solo chi decideva lui." "Andate a vedere le facoltà di Bari, Padova, Milano, gli altri ospedali romani, il Sant'Andrea, Tor Vergata. Lì sì che ci sono i baroni, non alla Sapienza".
LO SPECIALIZZANDO-AUTISTA - Ha destato scalpore soprattutto il caso dello specializzando-autista, sesto in graduatoria e promosso, che accompagnava il professore Fedele ai convegni. Il ragazzo aveva affrontato con impegno tutto l'iter che serviva per passare: esame già provato due volte, frequenza assidua e duro lavoro: si era insomma "messo in fila" già da tempo. "Uno studente che mi accompagnava ai convegni, abitiamo vicino. Questo è un colpo basso - commenta Fedele - gli chiedevo un passaggio, ma nel periodo dell'esame ho preso le distanze. Ognuno con la sua auto... Quel ragazzo se l'è sudata, per due anni ha fallito la prova, poi ha frequentato, è cresciuto. Ha meritato tutto, mi creda". E probabilmente è vero. Forse proprio per questo la commissione ha scelto di premiarlo, anche se il quesito rimane lo stesso: l'esame non dovrebbe essere segreto?
Carla Ardizzone