Carmine Zaccaro
di Carmine Zaccaro
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Le 12 cose che può capire chi scrive la tesi

Se vogliamo descrivere il tesista non possiamo fare a meno di associarlo ad una figura mitologica particolare: Eracle ( o Ercole per i latinisti).
Come Ercole era a metà tra l'uomo e il dio, il tesista è a metà tra lo studente e il laureato: non è un vero e proprio studente, perché ha finito con la frequenza delle lezioni e gli esami sono un antico ricordo. Non è nemmeno un laureato, in quanto al pezzo di carta manca ancora una grande sfida. La discussione della tesi è l'epica e sublime fatica che implicherà finalmente l'ascesa del tesista dal regno dell'Università all'Olimpo dei Dottori. Prima della più grande delle fatiche, tuttavia, una serie di sforzi dovranno essere compiuti...

12. La scelta della materia

Scegliere la materia in cui redarre la tesi è un compito sempre ostile fatto di strenue lotte interiori, ricerche sui forum relativi ai professori, analisi delle preferenze, recensioni, e chi più ne ha più ne metta… Lo schermo dell'indecisione sembra impenetrabile, finchè il tesista non trova la soluzione più adatta. La conquista è talmente sudata che la più giusta ricompensa è vestirsi del manto della vittoria e parlare a chiunque della materia scelta per la tesi.

11. La caccia al professore

Per ogni volta che ti rechi a ricevimento, ci saranno mille alternative che possono compromettere il buon esito dell'incontro: che sia il professore che non riceve, o il tu che sbagli la data, il ventaglio di possibilità è ampissimo.

10. La lotta con la burocrazia

Ottenere i documenti necessari all'ufficializzazione del solenne momento in cui finalmente riceverai l'aurea firma del relatore, che ti concede di iniziare ad avere una prospettiva più realistica del tuo imminente futuro, è ancora più dura della caccia al professore: compili un documento, e non è abbastanza, cerchi l'altro, ma devi trovare anche quello on-line. Ti metti a cacciare questo benedetto documento online, ma il link di collegamento ti spedisce simpaticamente a una pagina "408: Not Found". Provi a spiegarlo in segreteria, ma la risposta che ricevi è un piccato "ci riprovi". Vincere la caccia al foglio esatto ti pare la più grande conferma e conquista, finalmente sei un tesista a pieno titolo. Ma la sequela delle fatiche è solo all'inizio…

9 La creazione del titolo

"Mettiamo un titolo provvisorio sul foglio di deposito, poi provvediamo a cercarne semmai uno migliore"
Questa frase del professore ti aveva rassicurato, ma ora vuoi assolutamente trovare un titolo più accattivante di "Studio sulle piante seborroiche". E inizi a creare. Ti accorgi dopo poco che la cosa è più difficile di quanto credessi, ed inizi a capire perché tutti quelli con cui ti sei confrontato fossero così spaventati all'idea di fissare un titolo.

8. La stesura dell'indice

Altrettanto apparentemente innocente è la stesura dell'indice: ti sembra di aver trovato il giusto filo del discorso, ma in realtà non funziona. Ne parli con il tuo relatore e non è convinto della tua creatura. Ti da qualche consiglio a mo' di oracolo delfico e ti lascia andare. Il risultato? Sei più confuso di prima.

7. La strenua e continua ricerca del materiale

Fortuna vuole che tu abbia trovato un sacco di materiale. Ora quello che ti preoccupa è scremare, tra quei milioni di pagine, fino ad arrivare al succo della questione che effettivamente ti serve. Inizi con in primo libro: lo leggi, lo rileggi. Alla prima lettura ti pare che qualcosa di interessante ci sia, ma improvvisamente alla seconda tutto ciò che prima ti sembrava indispensabile ora ti sembra inutile. Continui così con tutti gli altri libri. Alla fine dello spoglio, oltre a una forte irritazione agli occhi non hai ancora estrapolato nulla di così interessante, se non dieci paginette che potrebbero andare bene per l'introduzione.

6. Catturare tutto il materiale in biblioteca

… Così volgi alla biblioteca, sperando di non dover fare troppa fatica. Trovi un titolo interessante nel catalogo online. Felice per il ritrovamento ti dirigi al banco prestiti, dove un bibliotecario che potrebbe essere un ottimo personaggio per il Banco dei Pugni ti risponde che il libro che stai cercando è fuori. Se ti interessa così tanto puoi chiedere il prestito interbibliotecario (ma il tuo amico oltrebanco ti fa capire che non sarebbe molto favorevole a questa scelta), oppure puoi andare nell'unica università con disponibilità di questo libro: l'Università degli Studi di Urbino.

5. La stesura

Al ritorno dal tuo pellegrinaggio a Urbino sei pronto per iniziare a scrivere. Inizi a scrivere. Non ti convince. Cancelli. Ricominci. Cancelli. Cominci di nuovo. Cancelli. Passi sei ore andando avanti così. Poi ti rassegni e inizi a guardare il cellulare.

4. Disperdere le distrazioni

Mentre stai concentrando tutte le tue attenzioni su un video di un adorabile criceto in una casetta su misura che mangia una fetta di pizza fatta di semini di girasole, avverti un forte senso di colpa causato dal richiamo, fortissimo, del pc che ti aspetta dall'alto della scrivania. Lanci via il telefono, come se qualcuno ti avesse preso con le mani nella marmellata. Ti riavvicini al computer con mestizia. Ti accasci sulla sedia e ti imponi di non entrare sul social di turno. Ricominci a scrivere e a cancellare. Dopo qualche giorno, hai scritto un numero di pagine abbastanza corposo da poterle portare al tuo relatore.

3. La processione verso il ricevimento

Dopo il primo incontro di consegna, ti senti allo stesso tempo sollevato e stranito. Cosa dirà il professore? Aspetti, controllando incessantemente la mail. Torni al ricevimento la settimana successiva: ancora nulla di pronto. "Ma come è possibile?" La stizza accompagna i tuoi passi mentre incedi fuori dall'ufficio. Non sai che non otterrai correzioni per almeno un'altra settimana. Continui a scrivere, avendo l'appuntamento fisso al ricevimento.
Cerca di vedere il lato positivo, almeno vedi la luce del sole una volta a settimana!

2. La stampa

Sei riuscito ad arrivare alla fine. Incredibilmente il tuo relatore ha detto che il tuo lavoro gli piace, e può andare in stampa. Adesso serve solo trovare una copisteria: inizi a rimbalzare da una parte all'altra della città per vedere la tua opera che si concreta. Ti barcameni tra chi ci mette troppo, chi non fa la rilegatura, chi non stampa le immagini, chi fa pagare cifre epiche. Alla fine trovi un posto che parrebbe ideale. Decidi di stampare lì: quando vai a riprendere la copia, però, una serie di sgradevoli sorprese ti attendono… Hanno sbagliato il titolo, le pagine si staccano, non hanno inserito i numeri dispari, hanno impaginato dall'ultima pagina alla prima… Sei alla soglia della crisi di nervi, ma ti limiti a riprendere il ritmo e continui a cercare la stamperia migliore per te. La trovi, stampi sette copie della tua opera, ti trascini a casa con questo fardello da cinque tonnellate. Sei immobile a letto. Ora manca solo la discussione.

1. La discussione

Entri in aula: di fronte a te un essere mitologico composto di Banchi e professori ti scruta all'unisono: quello è il guardiano del Regno dei Laureati, l'ultimo ostacolo che ti separa dal titolo di Dottore. Cominci a parlare e alla fine ringrazi per l'attenzione. Il relatore pare soddisfatto, ti fa la domanda di rito. Rispondi. Ti fanno uscire dall'aula. Ti fanno rientrare. Ti proclamano.

Non hai ancora capito cosa sia successo che improvvisamente i tuoi amici ti iniziano a cantare litanie strane e ti vestono da Moira Orfei.

Andrea Buticchi

Data pubblicazione 29 Gennaio 2017, Ore 15:19
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