Matteo Bortone
Autore
Studente usa ChatGPT

Negli Stati Uniti, il futuro della valutazione scolastica sta facendo un incredibile balzo all'indietro, puntando tutto sugli esami orali. Con l'esplosione di ChatGPT, e più in generale dell’intelligenza artificiale, distinguere il lavoro prodotto da uno studente da quello di un algoritmo è diventato un incubo per i docenti. 

Così, si sta correndo ai ripari. Come fatto recentemente dall'Università del Wyoming alla UC San Diego, dove le aule si sono trasformate in arene di discussione orale tra gli studenti del seminario di specializzazione e la prof Catherine Hartmann. 

In pratica, si sta ragionando su un arretramento dei test scritti - tipici del sistema americano - per fare spazio ai colloqui con domande e risposte.

Non si tratta solo di un modo per evitare scorciatoie tecnologiche, ma di un vero faccia a faccia tra studente e prof, che riporta al centro il valore del ragionamento in tempo reale, eliminando quella tentazione del "copia-incolla" che sta mettendo in crisi il sistema educativo mondiale.

Indice

  1. Il ritorno agli esami orali
  2. Una soluzione contro l'IA
  3. Quanti usano l'IA? Il sondaggio 
  4. La testimonianza

Il ritorno agli esami orali

Quello che per noi studenti europei è spesso la norma, negli USA suona come una rivoluzione. Professori come Catherine Hartmann hanno deciso di accantonare i test scritti per sessioni faccia a faccia di 30 minuti.

Non si tratta di una punizione, ma di un metodo per garantire che lo studio sia autentico e non generato dall’IA. La tecnica è antichissima, radicata nelle tradizioni di Grecia, Roma e India, e rimasta lo standard a Oxford e Cambridge fino al XVIII secolo.

Oggi, questa pratica sta vivendo una seconda vita inaspettata. Nonostante per alcuni docenti sia solo un metodo adattabile a corsi più piccoli, con numeri contenuti di iscritti, alcune università stanno sperimentando il colloquio anche in corsi più grandi.

In tutto il Paese, infatti, cresce sempre di più il numero di insegnanti che sta sperimentando gli esami orali per combattere le tentazioni del risultato facile dato da ChatGPT.

Una soluzione contro l'IA

Il perché si stia nuovamente puntando sull'orale è dato proprio dall'intelligenza artificiale, che ha reso i compiti un terreno minato. Molti docenti si sentono ormai più detective che educatori, costretti a dare la caccia a testi generati da macchine.

La professoressa Hartmann paragona l'uso dell'IA a portare un carrello elevatore in palestra: se vuoi farti i muscoli, devi sollevare i pesi tu stesso. "L'aula è una palestra e io sono il tuo personal trainer", spiega, "Voglio che tu sollevi i pesi".

L'esame orale diventa così una barriera invalicabile per i bot. Come confermato da Jodi Hallsten Lyczak della Illinois State University: "Per me, è stato un modo al 100% per evitare l'intelligenza artificiale. Questa è la strada del futuro".

Quanti usano l'IA? Il sondaggio 

I dati confermano che il problema non è solo una paranoia dei professori. Secondo un recente sondaggio di Inside Higher Ed, l'85% degli universitari ammette di aver usato l'IA nei propri studi.

Se molti la usano per il brainstorming, un quarto degli studenti ha confessato di averla sfruttata per completare interi compiti.

Questo fenomeno, chiamato "scarico cognitivo", preoccupa così tanto che circa il 30% degli intervistati ritiene che le università dovrebbero progettare metodi di valutazione più sicuri.

Oltre agli orali, alcuni docenti stanno tornando anche ai "libri blu", i classici libretti cartacei per i temi, scritti rigorosamente a mano in classe. Per cercare di arginare un'onda tecnologica che i software anti-plagio non riescono più a fermare con precisione.

La testimonianza

Su questo ritorno agli esami orali gli studenti, nonostante l’ansia generata dal colloquio, si dicono positivi ed entusiasti. Sean Walker, 21 anni, laureato in storia e studi religiosi, ha sperimentato questo "ritorno al passato" nei corsi della Hartmann.

Per lui, il metodo orale elimina lo stress di dover resistere alla tentazione di strumenti troppo facili, che finiscono per svuotare l'esperienza del corso.

Walker ha dichiarato: "Può essere difficile per gli studenti avere a disposizione queste incredibili risorse di intelligenza artificiale, che possono svolgere gran parte di questo lavoro molto più velocemente, a portata di mano, anche se potrebbero davvero compromettere l'apprendimento".

Ma soprattutto, spiega Sean: "Quando c'è un corso che aggira completamente il problema, ho avuto la sensazione di imparare molto di più".

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