
C’è un esame che, tra gli studenti di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi dell'Aquila, ha assunto la reputazione di ostacolo quasi insormontabile: l’esame di Chimica. Per molti, infatti, rappresenta il nodo cruciale del percorso di laurea. Con casi tutt'altro che isolati di studenti che l’hanno ripetuto più e più volte prima di superarlo. Anche fino a 26 tentativi.
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Un esame dai numeri agghiaccianti
Secondo i rappresentanti degli iscritti al corso di laurea, riporta il sito web 'Il capoluogo d'Abruzzo', i dati raccolti nel tempo lo confermano: “La maggior parte degli studenti, in media, è riuscita a superarlo dopo ben sei volte. Alcuni ragazzi l’hanno ripetuto addirittura tra le 20 e 26 volte, equivalenti a oltre tre anni di studi se si volesse sfruttare ogni appello utile per tentare l’esame”.
In molti casi, questo esame è parte del modulo “Tecnologia dei materiali e dei calcestruzzi”, una delle discipline obbligatorie del corso di laurea. “Si tratta di una materia che caratterizza soltanto un esame di Ingegneria Civile”, spiegano i rappresentanti.
Nonostante però il loro impegno neol segnalare questa situazione, l’indagine svolta dai rappresentanti degli studenti – che ha compreso anche un incontro con il docente, portando elementi concreti – non ha prodotto finora modifiche sostanziali: “Da ciò che sappiamo, la situazione è rimasta la stessa”.
Ritardi nella carriera, tasse fuori corso
Le conseguenze per chi non riesce a superare l’esame in tempi ragionevoli sono rilevanti. Molti studenti si ritrovano ad andare fuori corso, costretti a sostenere tasse aggiuntive proprio per il ritardo accumulato.
L’esame di Chimica, in più, è percepito come una barriera selettiva: rallenta il percorso accademico in modo significativo e diventa uno degli ostacoli più temuti tra le materie del corso.
Un livello di difficoltà elevato
Dai racconti, emerge che il docente responsabile dell’esame mantiene uno standard rigoroso. “Rispetto alle materie base di ingegneria civile – cioè matematica, fisica e chimica – il professore fissa un’asticella un po’ più alta in confronto ad altri”, riferiscono gli studenti. Questo approccio, dicono, suscita discussione anche all’interno del Consiglio di Area Didattica. E l’impressione che si ha è che gli altri docenti siano consapevoli delle difficoltà riportate.
Problemi nei dati e nella registrazione
Un altro elemento controverso riguarda la modalità di registrazione dei risultati d’esame. I portavoce degli iscritti al corso segnalano che, in alcuni casi, un esame non superato viene registrato come “ritirato” anziché “bocciato”. Ciò fa sì che i casi di insuccesso non emergano pienamente nei dati ufficiali: “Se un professore o la segreteria segnano uno studente come ‘ritirato’ e non come ‘bocciato’, questo non risulta nei dati finali delle percentuali che poi vengono analizzate in sede di commissione paritetica”.
Inoltre, viene osservato che una parte significativa degli studenti si presenta all’esame con preparazione insufficiente: “C’è chi spera di riuscire a copiare e poi non riesce, oppure chi si iscrive solo per provare. Questo incide molto sui numeri che vengono registrati”.