Margherita Paolini
di Margherita Paolini
4 min
Autore
la convivenza tra coinquilini è una delle prime realtà che ogni matricola si ritrova ad affrontare: ecco alcuni consigli

Una delle situazioni con cui ogni universitario fuorisede deve fare i conti è la convivenza con dei coinquilini. A meno che la giovane matricola non abbia optato per l’eremitaggio in un monolocale tutto per sé. Ogni anno gli studenti che lasciano il proprio paese per raggiungere le grandi e medie città universitarie sono molti. Secondo uno studio condotto da Almalaurea in Italia gli studenti fuorisede sono circa il 25% del totale degli iscritti. Questo significa che uno studente su 4 studia in una regione diversa da quella di provenienza e si ritrova a condividere casa, spazi, camera e quotidianità con un o più ragazzi che come lui hanno lasciato il nido.

POT-POURRI DI ACCENTI- Sono soprattutto gli studenti del Sud o delle piccole regioni ad emigrare verso i grandi poli universitari della Capitale o delle città centro-settentrionali. La regione con il più alto tasso di fuorisede è la Basilicata. Mentre i giovani di Toscana, Lazio e Lombardia tendono a non allontanarsi troppo dal proprio paese di residenza. Nelle case affittate agli studenti domina, nella maggior parte dei casi, un pot-pourri di accenti e un mix di odori appartenenti a diverse tradizioni gastronomiche.

STABILITE DELLE REGOLE- La prima cosa da fare per facilitare l’inizio dell’esperienza fuori sede è stabilire delle pacifiche regole di convivenza. Meno siete, meglio è: questo è certo. Organizzate gli spazi, dividendo quelli comuni da quelli personali: non occorrono, almeno all’inizio, divieti d’accesso per ricordare i confini. Chiarite da subito se volete optare per la spesa comune o individuale: nel primo caso occorrerà un fondo cassa condiviso e un bravo e responsabile amministratore; nel secondo, invece, dovrete concordare scaffali e ripiani del frigorifero, sperando di non dovervi svegliare la mattina senza latte a causa di qualche furto notturno.

LA PULIZIA CONTA- Vivere in una casa senza igiene è davvero una delle esperienze più brutte che si possano fare. La giovane età è sinonimo di inesperienza, ma la buona educazione dovrebbe insegnare a rispettare poche essenziali regole di civiltà. Ma se vi conoscete bene e sapete che non siete fatti per le pulizie domestiche e avete intuito che anche i vostri coinquilini non faranno nulla per rendere la casa uno splendore, allora conviene che assumiate una brava domestica che, una o due volte a settimana, tenti di arginare il caos imperante. Se i borsellini piangono miseria, allora rimboccatevi le maniche e datevi da fare, bastano poche essenziali operazioni: lavare i piatti terminati i pasti, lavare il bagno a turni, ordinare le buste della spesa, aprire le finestre.

ESEMPI DAI SOCIAL- Per chi fosse all’inizio dell’esperienza fuorisede è consigliabile reperire informazioni, iniziandosi a fare un’idea, sul web. Su Facebook esistono diverse pagine sulla convivenza tra coinquilini: “Roba da coinquilini” è il blog dedicato alla sopravvivenza. Esilarante la pagina “Il coinquilino di merda” dove si trovano tutti gli esempi del cattivo coinquilino, quello che rende la vita impossibile e l’appartamento un letamaio: c’è chi dimentica i piatti sporchi per i mesi estivi di vacanza nel lavandino, chi usa l’acquario dei pesci come portacenere facendoli tutti secchi, chi preso dall’ispirazione usa i vetri delle finestre come lavagna. Sbirciate e fatevi un’idea di quelle che possono essere le rogne a cui andrete in contro.

E tu hai stabilito delle regole di convivenza con i tuoi coinquilini?

Margherita Paolini

Skuola | TV
Mancano esperti di cybersicurezza: un lavoro per diplomati e laureati, anche umanisti - #Sapevatelo con Nunzia Ciardi (vicedirettore ACN)

Nel nuovo episodio del vodcast YouTube di Skuola.net, il Vicedirettore dell’Agenzia per la Cybersicurezza, Nunzia Ciardi, spiega perché questo settore riguarda ciascuno di noi

Segui la diretta