
Stando al report “Università e Demografia. La sfida di lungo periodo degli atenei italiani”, pubblicato dal portale 'Talents Venture', il declino demografico dei giovani tra i 18 e i 21 anni costituirà, negli anni a venire, una minaccia concreta per le università, destinate a svuotarsi.
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Nel Mezzogiorno è 'inverno' già da tempo. Declino demografico solo posticipato al Centro-Nord
I risultati principali dell'indagine mostrano che nelle regioni del Mezzogiorno la popolazione di 18-21 anni è in riduzione da tempo, e arriverà – secondo le stime – a 414mila unità nel 2040. Per regioni come la Sardegna, la Basilicata e la Puglia è prevista una riduzione della popolazione nel 2040 (rispetto al 2023) rispettivamente del 34%, del 33% e del 32%.Al Centro-Nord la situazione appare ancora gestibile, ma anche qui il tracollo è solo rimandato. Questi territori assisteranno infatti, fino al 2030, ad un aumento della popolazione di 18-21 anni. Il declino arriverà nel decennio successivo, tra il 2030 e il 2040, e interesserà principalmente la Valle d’Aosta (-27% rispetto al 2023), le Marche (-25%) e l’Umbria (-24%).
Gli effetti sulle università: al Sud gli atenei più colpiti dal crollo demografico
Tutto ciò si tradurrà in effetti nefasti per gli atenei. I giovani che nel 2040 avranno tra i 18 e i 21 anni sono nati tra il 2019 e il 2022, e il declino demografico inciderà sulla diminuzione di domande formativa per gli atenei dove – almeno oggi – il 90% degli immatricolati sono giovani appartenenti proprio a quella fascia di età. Cosa significa questo? Tradotto in termini pratici, parliamo di mettere a rischio la sostenibilità di molti corsi di laurea: solo nell’a.a. 2021/22, il 18% dei corsi di laurea italiani aveva 20 iscritti o meno (una percentuale che sale al 24% se si considerano i soli corsi di laurea magistrali).Si tratta principalmente degli atenei del Mezzogiorno, quelli più esposti al declino demografico. In questo senso, gli atenei che potrebbero vedere ridursi maggiormente in termini percentuali gli immatricolati “in sede” sono 'Enna KORE', 'Basilicata', 'Foggia', 'Sannio' e la 'Federico II'. Per questi atenei le stime parlano di una riduzione degli immatricolati compresa tra il 15% e il 24% entro il 2030 rispetto all’a.a. 2021/22. Il calo demografico influirà però anche sugli atenei del Nord, che attraggono numerosi iscritti dal Sud e dalle isole. Per fare un esempio, nel 2030 l’università 'La Sapienza' potrebbe registrare riduzioni degli immatricolati fuori sede pari al 6%, rispetto ai valori dell’a.a. 2021/22. In generale però, il crocevia è atteso per il 2040, anno in cui i grandi atenei che attraggono iscritti fuori sede potrebbero registrare un 20% in meno di immatricolazioni. Si tratta degli atenei di Bologna, La Sapienza, Ferrara, Politecnico di Milano, Milano Cattolica, Perugia, Padova, Parma, Torino Politecnico e Trento.