
Le Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio hanno bocciato l'emendamento delle opposizioni che prevedeva la proroga dell'anno accademico 2022/2023 al 15 giugno.
Nello specifico, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra chiedevano di posticipare i termini accademici e amministrativi, ossia lasciare più tempo ai laureandi che avevano vissuto i disagi del Covid-19 sulla propria carriera, inserendo per loro una sessione straordinaria ad inizio giugno ed evitandogli l'onere delle tasse universitarie per un intero anno. Un boccone amaro e difficile da mandare giù per gli studenti, già sul piede di guerra.
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La maggioranza boccia la proroga, monta la polemica dell'UDU
“Il Governo ha rifiutato qualsiasi confronto sulla proroga dell’anno accademico, nonostante avessimo rivolto diversi appelli alla Ministra Bernini e alla maggioranza. spiegando i disagi che gli studenti hanno vissuto con le chiusure delle attività in presenza degli atenei. Anche il CNSU aveva approvato all’unanimità a dicembre una mozione con le medesime richieste. Nulla di questo è servito, il Governo non ci ha manco risposto” inizia così la nota dell'Unione degli Universitari di oggi.
L'emendamento al Decreto Milleproroghe è stato bocciato da parte della maggioranza, perciò sarà molto difficile ottenere una proroga a livello nazionale: “Teoricamente è possibile presentare nuovamente l’emendamento durante il passaggio in aula, ma sembra che domani il Governo porrà la fiducia sull’approvazione del Decreto Milleproroghe, senza alcuna modifica. Questo farebbe decadere in automatico gli emendamenti presentati in Aula. Diventa pertanto molto difficile ottenere la proroga nazionale dell’anno accademico, uniforme per tutti gli atenei” proseguono gli universitari. L'ultima possibilità, spiegano dall'UDU, è che ciascun ateneo disponga in autonomia la proroga: “Ci attiveremo negli atenei per tutelare i laureandi” promettono studentesse e studenti dell'UDU.