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Affitti universitari, studentessa disperata sui social: "Aiutatemi a non farmi dormire al Colosseo" articolo

La questione degli affitti, in Italia, sembra tutt’altro che risolta: le stanze si fanno sempre più care e la richiesta da parte di studenti e giovani lavoratori è in aumento. A dirlo è anche l’ultimo rapporto di ‘Immobiliare.it’, che come ogni anno ha analizzato l’andamento del mercato in Italia.

Ciò che è emerso è preoccupante: affittare una stanza singola, in media, costa 461 euro, il 7% in più rispetto allo scorso anno.

Tra le città più problematiche c’è la Capitale, Roma, al terzo posto nella classifica generale dei prezzi, dove una singola costa in media 503 euro al mese e la domanda ha registrato un’impennata del 62% in appena un anno. In alcuni quartieri, poi, i costi lievitano: tra i più inaccessibili Parioli-Flaminio con 647 euro al mese per una stanza singola, Testaccio-Trastevere con 614 euro e Salario-Trieste con 603 euro al mese.

A dimostrare le difficoltà dietro ai numeri, c’è la storia di Anna (il nome è di fantasia), una studentessa che ha pubblicato su Facebook un post tra l’ironico e il disperato.

A caccia di una stanza a Roma: “Sono così disperata che non posso fare a meno di ridere”

La pubblicazione è avvenuta su un gruppo Facebook dedicato proprio agli affitti universitari, in particolare per gli studenti della Sapienza di Roma. Il post, come anticipato, fa trapelare una certa disperazione senza rinunciare però a una vena ironica. In fondo si capisce già dal titolo: Cari, aiutatemi a non farmi dormire al Colosseo.

Scrive Anna: “A questo punto, sono così disperata che non posso fare a meno di ridere.

Cerco una stanza singola nei pressi della Sapienza (40 minuti con i mezzi pubblici) a partire da Agosto o Settembre fino a Febbraio 2025”. Annesso anche il budget a disposizione, ovvero 550 euro spese incluse. 

La studentessa si propone come la perfetta inquilina

Anna sostiene di aver già vissuto sia da sola sia in un appartamento condiviso, si descrive come pulita, ordinata e molto amichevole. E non manca di aggiungere i suoi hobby, tra cui visitare i musei, i mercati delle pulci e i caffè, oltre agli scatti con la sua macchina fotografica.

A rendere più complicate le ricerche c’è forse anche il fatto che Anna non parla italiano, o meglio lo parla “solo un po’”, tanto che prega di contattarla in inglese, in tedesco o in russo. E poi la conclusione scherzosa, in riferimento alla foto che la vede di fronte al Colosseo con delle forme di formaggio tra le mani: “E no, non so perché ho del formaggio in braccio”.