Da Prof a Pornostar

Da professoressa a pornostar. Questa è la storia di Michelle Liò, nome d'arte della ex-maestra Trevigiana che, stanca del precariato, ha abbandonato definitivamente la cattedra per "svestire" i panni di una pornostar.

DA MAESTRA A PORNOSTAR - Michelle Liò, detta anche la Principessa, a quaranta anni ha deciso di cambiare drasticamente la sua vita: ha lasciato il lavoro precario, che la costringeva a girovagare da un istituto scolastico all'altro tra Treviso e Conegliano, senza promettergli un futuro migliore e ha deciso di investire il suo futuro nella carriera della pornodiva.

UN SOGNO PER GLI STUDENTI?- Diciamoci la verità, stante la composizione del corpo docente italiano, sono poche le prof che possono aspirare a questa "carriera". Queste rarità sono in genere oggetto di sogni e desideri da parte degli adolescenti in piena tempesta ormonale. A volte questa avvenenza ha dei risultati molto positivi sul rendimento scolastico dei maschietti in quella particolare materia. Immaginatevi quindi il successo che potrà avere la prof nella sua nuova carriera...

UNA SCELTA CONDIVISA DALLA FAMIGLIA - Michelle dice di aver fatto la scelta migliore, la sua non è una vita straordinaria: è sposata con una figlia. Il marito non solo ha condiviso la scelta della moglie, ma la aiuta nella nuova carriera tanto da essersi proposto come suo manager: lui decide e gestisce gli incontri, gli spettacoli e i set cinematografici della moglie. Anche alla figlia non sembra dispiacere il lavoro della sua "pornomamma".

COLPA DEL PRECARIATO - La storia di Michelle è per certi aspetti l'esasperazione di una situazione di instabilità che abbraccia pienamente il mondo della scuola e in cui, perdonatemi il gioco di parole, sembra essere indeterminata solo la precarietà. Molte sono le persone valide che si sono specializzate per insegnare, ma che non riescono ad avere dalla scuola la promessa di un futuro stabile e sicuro. Futuro, che dovrebbe essere un diritto anche per tutti quei precari che non sono disposti a cambiare la loro vita in maniera così radicale ma che vogliono semplicemente fare il loro lavoro.

Francesca Dominici