
In tremila questa mattina a piazza San Cosimato, Roma, per protestare contro le politiche perpetrate sui presidi. I dirigenti scolastici di tutta Italia si sono incontrati in piazza, nei pressi del Ministero dell'Istruzione, per protestare contro i carichi di lavoro crescenti a fronte di stipendi stagnanti. Tra i fautori dell'iniziativa: Giorgio Rembado, Presidente dell’Associazione nazionale presidi, Mario Rusconi Presidente di Anp Lazio, e tanti presidi delle scuole del paese, che hanno gridato a gran voce la loro contrarietà nei confronti di questa politica.
Dopo la manifestazione anche un incontro con la ministra Valeria Fedeli per discutere dei punti di incontro tra dirigenti e ministero. Oltre al presidio in Piazza San Cosimato, anche un altro a Montecitorio, dove una delegazione di circa cento presidi guidata da Licia Cianfriglia, vicepresidente dell' Associazione nazionale presidi, ha incontrato i parlamentari del governo.
Giorgio Rembado: "vogliamo una burocrazia meno dispendiosa e faticosa"
A rappresentare i presidi in piazza Giorgio Rembado, che oltre ai numeri dei partecipanti ha sottolineato i punti salienti della manifestazione da discutere con la ministra Fedeli. "Siamo duemila dirigenti su 7 mila presidi in servizio, dirigenti che sono venuti da tutta Italia e che vogliono rappresentare la loro rabbia perché non hanno avuto da parte dei governi e del Parlamento i necessari riconoscimenti. In primo luogo quello retributivo, visto che pur essendo titolari di una miriade di responsabilità hanno una retribuzione di gran lunga inferiore, perché scontano l'appartenenza al settore della scuola." Continua: "in secondo luogo vogliamo avere gli strumenti gestionali, stiamo manifestando inoltre per ridurre drasticamente le "vessazioni burocratiche" ovvero compiti inutili e dispendiosi, ma fastidiosi per la pratica quotidiana e delle segreterie."
Ma quanto guadagna un preside?
Ed è lo stipendio il nervo scoperto della categoria, su cui da tempo si dibatte. Il sito Tuttoscuola.com proprio su questo tema ha realizzato un approfondimento, ha messo a confronto la retribuzione delle varie figure dirigenziali nella PA. I DS guadagnano meno della metà dei dirigenti di seconda fascia degli Enti pubblici non economici, e un quarto in meno dei dirigenti di seconda fascia dei Ministeri. Qualche esempio. Fatta 100 la retribuzione di un dirigente scolastico, un segretario comunale guadagna 132, un dirigente di seconda fascia dell’università 150 e uno degli enti pubblici non economici 203. In euro, rispetto ai 62.890 della retribuzione media annua di un DS, un dirigente di seconda fascia degli Enti pubblici non economici ne guadagna 127.606. Guardando fuori dalla PA, vediamo che la retribuzione di un DS somiglia molto più a quella di un quadro che, per esempio nell’edilizia, guadagna mediamente 56.931 euro l’anno. Peccato che in realtà i presidi abbiano molte responsabilità in più.
Mario Rusconi: "il lavoro dei presidi non ha stipendi adeguati"
Sui motivi della manifestazione, risponde anche Mario Rusconi: "la manifestazione vuole indicare la nostra insoddisfazione e difficoltà a fare un mestiere, una professione cosi difficile con risorse, mezzi e stipendi inadeguati. [...] Precisa: "un preside prende meno della metà di qualsiasi dirigente dello Stato, evidentemente sindacati e politici, quando parlano dell'importanza della scuola, stanno facendo retorica, perché poi a queste parole non fanno seguire una fornitura di risorse.
La voce dei presidi d'Italia: vogliamo il riconoscimento del nostro ruolo
Tra la folla abbiamo colto anche la voce di alcuni presidi che hanno rivendicato maggiore attenzione sul ruolo del preside "vogliamo una retribuzione più adeguata alla responsabilità, a tutela dell'interesse pubblico e dei ragazzi. Lo facciamo fieri di servire il nostro Stato. Noi ogni giorno amministriamo mediamente cento unità di personale, alcuni presidi più di dieci plessi e 1500 studenti. Enormi responsabilità mortificate dal nostro cedolino in busta paga"