
La storia è una delle discipline scolastiche maggiormente ostiche per molti giovani perché considerata un elenco di date, nomi e luoghi. A ben pensarci tra quelle date ce ne sono alcune che davvero dovrebbero imprimersi nella memoria di tutti, a partire dai ragazzi, come quella del 25 aprile 1945. Anche quest’anno la Liberazione del nostro Paese verrà celebrata in molte città con iniziative ed eventi volti a coinvolgere i cittadini, valorizzando la memoria storica e rendendo omaggio a tutti coloro che si sono sacrificati non tanti anni fa per il bene e la libertà dell’Italia. E proprio con uno sguardo proiettato all’origine e al senso di questa festa che gli studenti di tutte le età potrebbero comprendere meglio il significato di quella che non è semplicemente una data convenzionale, ma l’inizio della libertà di un Paese.
25 Aprile nella storia
Il 25 aprile del 1945 nella storia rappresenta il giorno in cui le città di Milano e Torino vennero definitivamente liberate dalla rovinosa occupazione nazista e dal governo fascista, destinati a polverizzarsi di lì a poco anche nel resto della penisola. La fine della seconda guerra mondiale, sinonimo di devastazione e morte come tutte le guerre, ma anche di persecuzione e prigionia. L’inizio di un percorso volto alla riconquista di uno dei diritti fondamentali dell’uomo, la libertà, e della democrazia coronata nel 2 giugno dell’anno successivo dal referendum con cui venne proclamata la repubblica.
25 Aprile nei cuori
Ma ciò che il 25 aprile dovrebbe ricordare a ciascuno di noi è che quella libertà che oggi ci sembra tanto scontata e quasi secondaria alla luce delle problematiche scaturite dalle recenti crisi economica e politica, ha avuto un prezzo assai caro ed è stata conquistata soltanto con il sacrificio di molte vite, e le battaglie di tante persone coraggiose. Insomma, ponte e vacanze a parte, prima di pensare ad organizzare la gita o la scampagnata fuori porta, i giovani potrebbero sfogliare per l’ennesima volta quella pagina del libro di storia e leggerla finalmente con l’attenzione necessaria.
Margherita Paolini