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ritorno in classe

Da lunedì 1 febbraio sono tornati in classe circa 2,5 milioni di alunni delle scuole superiori (mancano all'appello solo quelli della Sicilia, che riprenderanno con le lezioni in presenza dall'8 febbraio).

Che vanno a sommarsi a quelli di elementari e medie che, tranne qualche eccezione, già da settimane hanno ripreso la didattica frontale (ammesso che abbiano mai chiuso). Ovviamente il ritorno dei più grandi avverrà gradualmente: al momento andranno a scuola scaglionati, con percentuali dal 50 al 75% in presenza, come prevede l'ultimo DPCM. Ma è comunque un momento molto atteso visto che, spesso, la chiusura degli istituti è stata al centro delle polemiche. Alcuni leader politici hanno contestato al Governo di aver fatto diventare l'Italia il paese con il primato di giorni passati lontano dalle aule scolastiche. Ma, proprio analizzando la popolazione studentesca nel suo complesso, le cose non stanno proprio così, come sottolinea un recente rapporto dell'UNESCO.

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  • Ritorno in classe, in Italia meglio che in altri paesi europei

    In base ai dati contenuti in un grafico diffuso i questi giorni da Huffington Post, l'Italia non appare tra i paesi che hanno chiuso le classi per il tempo più lungo. Solo la Francia, nel periodo preso in considerazione (settembre 2020 - gennaio 2021) ha tenuto le scuole sempre aperte, mentre ad aver bloccato l’attività scolastica in presenza in modo pressoché totale, ci sono grandi nazioni come Germania, Olanda e Regno Unito, con almeno 4 settimane di stop. Oltre ai transalpini, solamente Belgio, Croazia, Islanda, Montenegro, Moldavia e pochi altri Stati non hanno mai chiuso le scuole. Se invece si considerano le chiusure parziali, l’Italia si trova in perfetta media rispetto agli altri.

    Azzolina, scuole chiuse: "Occorre fare attenzione"

    Intanto, in un video messaggio postato sui propri social, la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina parla così della questione scuole chiuse: "In queste ore si sta completando il rientro a scuola dei ragazzi delle superiori. Il primo ciclo, lo sapete, è sempre rimasto aperto, circa 5 milioni di studentesse e studenti non hanno mai lasciato le loro aule. Le scuole superiori hanno invece ripreso la didattica in presenza, gradualmente. E in queste settimane, dove si è aperto per primi, i contagi sono rimasti stabili. E' un elemento che conforta, ma l'attenzione deve rimanere molto molto alta. La scuola va protetta anche fuori dalle aule. E questa è una responsabilità di tutti. Ricordiamocelo sempre".