Marcello G.
Autore
8 min lettura
scuole e zone sismiche

Che l’Italia sia un paese ricco di zone ad alto rischio sismico è cosa nota. Così come è frequente la tendenza a piangere dopo le tragedie, anziché prevenirle. Per questo non sorprende che meno di 1 edificio scolastico su 5 sia pronto a fronteggiare un terremoto, in virtù di una progettazione con criteri antisismici o di interventi di miglioramento o adeguamento. Non fa eccezione la Campania, la regione oggetto in questi ultimi giorni di una significativa attività sismica nella zona dei Campi Flegrei.

A fare il un punto della situazione, proprio di recente, è stato l’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola di Cittadinanzattiva, a sua volta basato sui dati dell’Anagrafe edilizia scolastica del Ministero aggiornati al 2020. Secondo l’elaborazione del report effettuata da Skuola.net, nella sola Campania ci sono ben 412 edifici scolastici statali in “zona 1”, quella col più alto rischio sismico. E altri 3.123 sono in “zona 2” (rischio medio-alto). Per un totale di 3.535 edifici, sui 3.922 censiti nella regione: il 90%. Il vero problema però è un altro. Di questi edifici, solo il 9% è stato progettato secondo criteri antisismici e un altro 2,1% ha subito degli interventi di adeguamento o miglioramento sismico.

Non solo Campania, i rischi ci sono anche nelle altre Regioni

Ma l’esposizione delle scuole alla minaccia di un terremoto è un fenomeno che riguarda gran parte del territorio italiano. In oltre la metà delle regioni - 12 sulle 19 censite (i dati per il Trentino-Alto Adige non sono disponibili) - ci sono edifici scolastici che si trovano in “zona 1”. Se mettiamo nell’analisi anche la “zona 2”, solamente due regioni non presentano scuole esposte a rischi: la Sardegna e la Valle d’Aosta. Stiamo parlando, in totale, di oltre 17mila strutture: 2.876 in “zona 1”, 14.467 in “zona 2”. Con circa 4 milioni e 300 mila alunni potenzialmente interessati, in quanto risiedono in comuni classificati in queste aree.

Per restare legati alla stretta attualità, la Campania, pur avendo numeri alti, non è la regione che ha più scuole a rischio elevato, ma è comunque seconda. Al primo posto, infatti, troviamo la Calabria, che ha addirittura 1.286 edifici in “zona 1”. Se però allarghiamo lo spettro d’indagine alla “zona 2”, il numero delle scuole interessate scende a 864. Unendo le due zone, invece, la Campania torna al vertice della tensione, con le sue oltre 3.500 scuole in aree a rischio sismico alto o medio-alto.

Subito dietro c’è la Sicilia: 232 edifici in “zona 1”, 3.146 in “zona 2” (totale 3.378). A seguire, con le già citate 2mila scuole abbondanti, la Calabria. Tra le altre regioni a cui prestare particolare attenzione, anche il Lazio (1.435 scuole nelle due zone, 142 in “zona 1”), le Marche (1.166, ma solo 2 in “zona 1”), l’Abruzzo (ben 256 edifici in “zona 1”, più altri 375 in “zona 2”), l’Umbria (738 edifici esposti).

scuole e zone sismiche

Cosa si sta facendo per rendere meno fragili gli edifici scolastici?

Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, la situazione è abbastanza omogenea in tutto il Paese e, tranne in rari casi, simile a quella osservata in Campania. Gli edifici migliorati e adeguati sismicamente rappresentano una percentuale minima: in entrambi i casi si supera di poco il 3% (circa 2.500 su 40 mila). Necessaria la premessa sulla diversa natura dei due tipi di intervento. Per “adeguamento” si intende quello svolti per raggiungere i livelli di sicurezza previsti dalle norme vigenti per edifici di nuova costruzione, mentre i “miglioramenti” aumentano la sicurezza, pur non necessariamente raggiungendo i livelli richiesti dalla normativa.

Pochi i contesti in cui si è andati un passo avanti. Da segnalare sono le Marche, dove sono stati fatti interventi di adeguamento o miglioramento sismico su oltre il 20% delle scuole; l’Umbria, dove si arriva al 16%; il Molise e la Basilicata, dove si supera quota 15%. Le situazioni peggiori, dove a malapena si arriva al 2%, sono quelle del Lazio, della Sardegna, della Sicilia e, come detto, della Campania.

Al confronto, è molto più incoraggiante il dato nazionale relativo agli edifici progettati all’origine secondo la normativa antisismica: sono 4.611, l’11,4% del totale, peraltro in aumento significativo rispetto allo scorso anno, quando erano 2.740 (7%). La regione più virtuosa, anche qui, sono le Marche: circa 1 scuola su 3 (il 32,7%) è stata costruita con criteri antisismici. Buono anche il dato di Molise (30,7%), Friuli Venezia Giulia (28,1%), Umbria (27,3%). Al contrario, c’è ancora molta strada da fare in Sardegna (0,6%), Puglia (6,4%), Lombardia (6,5%). Ma è anche vero che queste sono zone non particolarmente esposte.

Resta comunque il fatto che, sommando il tutto, in Italia solo in 7.133 edifici scolastici pubblici (circa il 18% degli oltre 40mila censiti) è stato fatto qualcosa. In Campania, per restare sulle urgenze, sono solo poco più del 10%. E riprendendo il numero di scuole situate in “zona 1”, quella di massima sismicità, e correlandolo a quello degli interventi per mitigare il rischio sismico, a detta di Cittadinanzattiva viene mostrato come occorra ancora investire ancora su questo fronte.

scuole e zone sismiche

La percezione del pericolo all’interno delle classi: il 40% dei docenti non sa se la scuola è a rischio

In questa panoramica non certo rassicurante è interessante osservare l’atteggiamento di chi frequenta quotidianamente i locali scolastici. Lo ha rilevato un sondaggio, sempre presente nell’ultimo report di Cittadinanzattiva, che ha intervistato 588 persone tra docenti - per la gran parte -, presidi, studenti, altro personale scolastico, genitori. Può far impressionare, dopo i dati appena visti, come il 40% del campione non sia al corrente se la scuola sia o meno antisismica, o se sia stata oggetto di adeguamenti e miglioramenti. Un dato che denota una percezione del rischio piuttosto bassa.

Anche se, va detto, la maggioranza degli interpellati ha riportato di aver svolto almeno una volta una prova di evacuazione: è l’85%. Tuttavia, solo per il 70% di loro questo ha riguardato la possibilità di un terremoto. Il che vuol dire che rimane una nutrita fetta di docenti e altri membri della comunità scolastica che, davanti a una scossa, non saprebbero cosa fare.

Skuola | TV
E ADESSO? La verità su cosa fare dopo la maturità

Rivedi lo speciale di Skuola.net e Gi Group dedicato a tutti i maturandi che vogliono prendere una decisione consapevole sul proprio futuro grazie ai consigli di esperti del settore.

Segui la diretta