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studenti plusdotati

Essere "il più bravo" della classe può sembrare un superpotere, ma per molti studenti plusdotati questa etichetta nasconde un lato inaspettato: la solitudine. Accompagnata dalla sensazione di essere costantemente sotto i riflettori, con aspettative altissime, e magari dalla percezione di sentirsi diversi dal resto dei compagni. 

Una ricerca condotta dall’Università della Georgia, negli Stati Uniti, e pubblicata sulla rivista 'Psychology in the Schools', ha fatto luce sulla questione, evidenziando proprio le difficoltà che vivono gli studenti plusdotati e la loro vita all’interno del sistema scolastico. 

Indice

  1. Lo studio
  2. Il peso delle aspettative per i "gifted"
  3. La sfida per la scuola: il supporto psicologico

Lo studio

Gli studiosi hanno intervistato ben 748 ragazzi tra scuole medie e superiori, di cui oltre 250 partecipavano a programmi specifici per alunni "gifted".

Il dato più sorprendente? Circa uno studente su tre di quelli dotati ha ammesso di sentirsi stigmatizzato a causa del proprio talento. Sembra incredibile, ma essere particolarmente brillanti può portare a sentirsi diversi, quasi "marchiati". 

Nonostante la maggior parte viva serenamente la scuola, per molti di loro le interazioni sociali e il senso di appartenenza rimangono una vera e propria sfida. Insomma, essere "il più bravo" non significa automaticamente essere il più felice o il più integrato.

Il peso delle aspettative per i "gifted"

La scelta, poi, di inserirli in classi speciali o di far loro seguire programmi differenziati, se da un lato può stimolarli, dall'altro può generare aspettative elevate e, di conseguenza, una forte pressione

Alcuni studenti hanno raccontato di sentirsi perennemente sotto esame, con la costante paura di dover lavorare di più o di essere giudicati con maggiore severità rispetto ai loro coetanei.

Shannon Carter, autrice principale dello studio e insegnante di scienze, ha raccontato un aneddoto significativo: “Ho avuto genitori che dicevano: ‘Non voglio che mio figlio venga sottoposto al test perché non voglio che venga sfidato'”. 

Questo fa capire come anche le famiglie a volte percepiscano il peso di questa etichetta. E non è tutto: l’aggettivo "dotato" può diventare un vero e proprio ostacolo nelle relazioni.

Alcuni ragazzi si sentono, proprio a causa di questo appellativo, isolati o trattati in modo diverso, sia dagli insegnanti che dai compagni.

La sfida per la scuola: il supporto psicologico

Lo studio chiarisce anche un altro punto fondamentale: le difficoltà emotive, che comunque non sono un'esclusiva degli studenti plusdotati. I dati del CDC 2021 rivelano che il 42% degli studenti si è sentito triste o senza speranza, e uno su tre ha avuto problemi di salute mentale

Tuttavia, per i ragazzi con alte capacità, il rischio è che l'attenzione si concentri quasi esclusivamente sulle loro prestazioni accademiche, trascurando completamente il benessere psicologico. È come se si desse per scontato che, se eccellono nei voti, stiano bene in ogni altro aspetto della loro vita. Ma non è così. 

Come uscirne? La dottoressa Carter ha sottolineato l'importanza di adottare un approccio più olistico: “Ogni studente dobbiamo vederlo come una persona intera”. Gli insegnanti, in questa dinamica, hanno un ruolo cruciale: devono essere formati per riconoscere i segnali di disagio e offrire un supporto che vada ben oltre i semplici voti

Perché, è bene ricordarlo, eccellere non significa non avere bisogno di aiuto. Anzi, a volte è proprio chi brilla di più che ha bisogno di un supporto extra, anche e soprattutto sul piano emotivo e sociale.

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