
Come da tradizione, la fine dell'anno coincide con bilanci e pagelle dei fatti e dei personaggi che hanno caratterizzato i dodici mesi precedenti. Ma stavolta è diverso, c’è più attesa. Del resto il 2020 è stato un anno unico e, speriamo, irripetibile. La pandemia ha portato alla ribalta nuovi protagonisti oppure ha posto ancora di più sotto i riflettori quelli già noti. Finora però è stata raccolta la voce di chiunque, tranne quella dei giovani. Così, il sito Skuola.net ha voluto capire – attraverso il parere di 5mila ragazzi di scuole medie, superiori e università - come giudicano le nuove generazioni momenti chiave e persone del 2020. In che modo? Con la modalità a loro più familiare: indicando promossi, bocciati e rimandati. Chi si sarà salvato e chi, invece, non avrà superato la prova?
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La sanità e l’informazione
I veri 'primi della classe’, per i giovani, sono loro: i sanitari, in prima linea nel fronteggiare la pandemia. Per medici, infermieri e personale di supporto un vero plebiscito: 9 su 10 li promuovono a pieni voti. Buono il riscontro anche per gli ormai famosi virologi: qualcuno li ha accusati di badare più alle apparizioni in Tv e sui giornali ma il 56% dei ragazzi ha comunque apprezzato il loro ruolo e li 'promuove' (il 27% li rimanda, solo il 18% li boccia). Meno consensi, invece, per chi l'emergenza l'ha raccontata in tutte le sue forme: i giornalisti. Il mondo dell'informazione divide: il 37% lo 'promuove', mentre il 30% lo 'boccia' e il 33% lo 'rimanda'. Avrà pesato l'enorme quantità di notizie sul virus che a ogni ora del giorno ancora oggi riempiono i palinsesti?
La politica
Indubbiamente il mondo della politica è stato il pilastro su cui ha poggiato tutta la strategia anti-Covid. Al Governo è stato chiesto di prendere le decisioni più importanti e, spesso, dolorose. Alla fine, però, l'unico che sembra salvarsi è il capitano della squadra: Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio, infatti, viene 'promosso' da oltre 1 giovane su 2 (a 'bocciarlo' appena il 18% del campione, 'da rimandare' per il 29%). Tutt'altra storia per i due ministri da cui dipendeva la sorte degli studenti: la ministra dell'Istruzione Azzolina e il ministro dell'Università Manfredi. Sono entrambi bocciati dalle rispettive platee (alunni di medie e superiori da un lato, universitari dall'altro): la prima con il 76% dei voti contrari, il secondo con il 63%. D’altronde era anche molto improbabili aspettarsi il contrario: chi è stato studente difficilmente ricorda inquilini di Viale Trastevere popolari. La stessa sorte, però, tocca a tutta la politica: anche l'operato dell'opposizione è bocciato, più precisamente dal 60%.
Regole e divieti
Un anno, quello dominato dal Covid, che è stato monopolizzato da regole e divieti. Parole come assembramento, mascherina, distanziamento, lockdown sono entrate nel nostro vocabolario quotidiano. Ciò è valso anche per la scuola. Con gli studenti, solitamente poco inclini al rispetto di imposizioni calate dall'alto, che per una volta sembrano essersi resi conto dell'importanza di queste norme cosicché promuovono pure loro, seppur di poco: è così per il 52% (1 su 5 le boccia, il 28% le rivedrebbe). Promossi anche chi queste regole ha dovuto farle rispettare: le forze dell'ordine. Militari, poliziotti e le 'divise' in generale vengono applauditi dal 58% (il 25% li rimanda, il 17% li boccia).