
In un anno di bombardamenti e attacchi hanno perso la vita circa 41mila persone, con gran parte delle infrastrutture della Striscia di Gaza completamente distrutte. Oggi ricorre un anno dall'attentato di Hamas in Israele: una strage che portò all'invasione israeliana della Striscia e all'inizio di un conflitto che dura ancora oggi, con venti di guerra che soffiano sempre più forte nel Medio Oriente. E le conseguenze hanno ormai varcato i confini di Gaza, con la guerra che è arrivata anche in Libano: ecco cosa è successo esattamente il 7 ottobre 2023 e gli eventi principali che si sono susseguiti in questi 12 mesi di ostilità.
Indice
L'attentato del 7 ottobre 2023: cosa è successo in Israele
Alle ore 07:00 circa della mattina di sabato 7 ottobre 2023 un gruppo di miliziani di Hamas entrò in territorio israeliano mettendo a ferro e fuoco diversi kibutz (piccole comunità israeliane egalitarie) e seminando distruzione al festival musicale Supernova. L'attacco andò avanti per ore e portò all'uccisione di circa 1.200 persone, oltre al rapimento di 250 ostaggi, alcuni dei quali ancora oggi nella morsa di Hamas.
La reazione israeliana e l'occupazione della Striscia di Gaza
La reazione di Israele non si fece attendere. Già lo stesso giorno l'esercito israeliano cominciò a bombardare la Striscia di Gaza, mentre due giorni dopo, il governo optò per l'assedio totale, tagliando acqua, cibo, energia elettrica, carburante e tutte le forniture provenienti da Israele. Il 27 ottobre, poi, i miliziani di Israele entrarono a Gaza da nord, mettendo in atto un assedio che portò – in appena un mese – all'uccisione di circa 10mila persone.
La prima (e ultima tregua)
Dopo quasi due mesi di guerra, alla fine di novembre, Israele e Hamas si accordarono per una tregua che durò una settimana. In quei giorni Hamas liberò centinaia di ostaggi, in cambio del rilascio di alcuni detenuti nelle carceri israeliane. La ripresa dei combattimenti portò a un cambio di scenario: il conflitto si spostò verso sud, a due passi dalla città di Rafah, dove nel frattempo si erano radunati migliaia di civili, in attesa di espatriare in Egitto.
L'assedio di Rafah
La città, una delle principali del sud della Striscia, divenne presto il rifugio di oltre 1 milione di persone, schiacciate tra l'avanzata dell'esercito israeliano e il confine (chiuso) con l'Egitto. A metà febbraio 2024, l'esercito israeliano invase Rafah via terra e, due mesi dopo (a maggio), diede il via all'assedio, accompagnato anche questo da bombardamenti e attacchi aerei. Uno di questi colpì una zona piena di civili, lì riversatisi perché le autorità israeliane l'aveva indicata come zona sicura. Il presidente israeliano Netanyahu commentò l'episodio definendolo “un tragico errore”: peccato però che nei mesi seguenti, l' 'errore' si ripetè più volte. Questo perché, secondo l'Intelligence israeliana, i capi di Hamas si nascondevano proprio tra i civili.
L’operazione militare in Cisgiordania
Nei mei seguenti, anche la Cisgiordania, fu coinvolta direttamente nel conflitto. Dall'inizio della guerra Israele aveva già intesificato la pressione militare ed economica sull'area, e a fine agosto diede il via a una massiccia operazione militare con l'obiettivo di stanare i capi di Hamas. Il risultato, però, fu simile a quello ottenuto a Rafah, con i civili spesso vittime degli attacchi dell'esercito israeliano. Una zona, quella della Cisgiordania, che secondo la comunità internazionale apparterrebbe ai palestinesi, ma che da decenni è occupata illegalmente da Israele.
Il conflitto si allarga: gli attacchi in Libano, l'Iran è pronto a scendere in campo
Diversi mesi prima, anche i miliziani di Hezbollah – organizzazione paramilitare estremista che opera in Libano – scesero in campo a fianco di Hamas. Così, a metà settembre 2024, Israele lanciò un attacco cibernetico nel Libano, facendo esplodere in simultanea centinaia di cercapersone in dotazione ai membri di Hezbollah. Da lì, la situazione è subito precipitata: Hezbollah ha intensificato i bombardamenti verso Israele, che ha risposto con attacchi missilistici mirati in diverse zone del Libano, tra cui la Capitale Beirut. Attacchi che hanno raggiunto un obiettivo insperato, vale a dire l'uccisione di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah. Due giorni dopo, nella notte tra 30 settembre e il 1° ottobre, Israele ha poi invaso il sud del Libano, trovando la pronta risposta dell'Iran (alleato del Libano) che ha bersagliato la 'Terra promessa' con decine di missili.