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cosa sta succedendo israeleOttobre 1973, ottobre 2023: a distanza di 50 anni la guerra torna a scuotere il Medio Oriente. Lo scorso sabato le milizie di Hamas, organizzazione terroristica che tiene sotto scacco la Striscia di Gaza, hanno fatto breccia al confine riuscendo ad invadere decine di villaggi israeliani. Fino ad arrivare al villaggio di Sderot, dove hanno preso d'assedio caserme di polizia, abitazioni e negozi.
fonte foto: via @Fatima Shbair

Nello stesso momento centinaia di razzi sono stati lanciati sulle zone costiere fino a Tel Aviv, con le sirene d'allarme che hanno suonato anche a Gerulasemme. E poi saccheggi, massacri ai danni della popolazione civile: secondo fonti interne a Israele, i civili uccisi sarebbero circa 700, mentre si contano 2.500 feriti e oltre 750 dispersi. Un attacco a sorpresa, quello di Hamas, come quello di 50 anni fa nel Kippur che rischia di far esplodere la polveriera mediorientale: vediamo cosa sta succedendo nel Paese e quali sono le cause che hanno portato a questa escalation.

Cosa è successo in Israele

La situazione politica interna in Israele, al momento, non era delle migliori. La riforma della Giustizia del Premier Netanyahu ha infatti spaccato il Paese, già diviso internamente da dissidi di stampo religioso. Hamas ha quindi solo atteso il momento giusto per mettere in atto un attacco pianificato già da diversi mesi. Lo ha fatto con il sostegno dell'Iran, il principale antagonista mediorientale per lo Stato ebraico. Stando a quanto riportato dalla 'BBC' infatti, la Repubblica islamista avrebbe preso parte all'attentato con il lancio di razzi da parte di jihadisti sciiti afferenti al regime di Teheran. Così nella mattina di sabato 7 ottobre i militanti di Gaza sono  entrati nel territorio israeliano via terra, mare e aria, alcuni utilizzando parapendii a motore. I video sui social mostravano diversi uomini armati mascherati in un camioncino che percorrevano una strada nella città israeliana di Sderot, che si trova vicino al confine di Gaza.

In risposta all’attacco, Israele ha lanciato l’Operazione Spade di Ferro, colpendo una serie di obiettivi nella Striscia di Gaza: al calar della notte, gli attacchi aerei israeliani su Gaza avevano ucciso centinaia di palestinesi (si parla di oltre 500 morti) e ferito oltre 1.600, secondo i funzionari sanitari locali. Numeri momentanei – ma destinati a crescere – viste le ripetute rappresaglie degli ultimi due giorni, molte delle quali postate sui social dagli utenti. Come l'agguato al Nova Music Festival nei pressi del kibbutz di Reim, un rave party finito nel mirino delle milizie di Hamas. I terroristi hanno infatti raso al suolo tutto, sparando sulla folla: centinaia i dispersi e le persone rapite. Sul posto le autorità israeliane hanno fatto sapere di aver trovato 260 corpi senza vita.

Le radici dell'odio: perché Hamas ha attaccato Israele

Dopo 50 anni, lo spettro di una grande guerra torna ad aleggiare su questi territori. Le cause di questa guerra, infatti, partono da lontano e poggiano le radici nella secolare storia araba. L'affaire politico comincia nel 1948, l'indomani la proclamazione dello Stato indipendente di Israele ma gli attriti però, se possibile, risalgono addirittura all'800, quando cominciarono le prime migrazioni di ebrei verso la Terra Promessa e verso la Palestina. E poi, diciamolo chiaramente, quello tra Israele e Palestina è un odio razziale fondato su antiche questioni irrisolte. Stiamo parlando della cosiddetta 'questione palestinese', vale a dire lo storico conflitto tra ebrei e palestinesi riguardante la regione della Palestina, situata tra il Mar Mediterraneo, il fiume Giordano e l’Egitto.

Un territorio abitato per secoli da popolazioni arabe musulmane ma che ha vissuto profondi cambiamenti. Proprio quella zona rappresentava la 'terra promessa' per la popolazione ebraica che nei secoli è migrata in massa verso quei territori: ed è stata proprio la convivenza tra palestinesi e ebrei ad alimentare la questione negli anni. O, per meglio dire, ad alimentare lo scoppio di conflitti in quei territori. L'ultimo che ricordiamo, in ordine di tempo, è la Guerra del Kippur del 1973, scatenata dall'occupazione israeliana del Sinai durante la Guerra dei sei giorni del 1967 che si concluse con il cessate il fuoco. I fatti dello scorso sabato riaccendono adesso una miccia che rischia di far detonare il quadro mediorientale.

Cos'è Hamas?

Ebrei e palestinesi, per secoli, furono popoli senza nome e senza terra. Per Israele questa condizione finì nel 1948, con la nascita di uno Stato indipendente, riconosciuto e sostenuto a livello internazionale. Il popolo palestinese, ancora ad oggi, non sembra poter godere di un diritto all'autodeterminazione. Questo nonostante gli sforzi compiuti negli anni da parte di chi ha provato a dare una direzione al popolo palestinese. Tra questi, c'era Yasser Arafat, il primo leader riconosciuto della Palestina. Prima combattente, e poi diplomatico, Arafat era convinto della necessità di un appoggio internazionale. Come Presidente dell'OLP (Organizzazione per la Libertà della Palestina) firmò uno storico accordo a Oslo (Accordi di Oslo) nel 1993 che sanciva la nascita di due Stati distinti: Israele e Palestina. Ma nonostante ciò, le tensioni ancora oggi sono vive più che mai e la questione palestinese non sembra trovare soluzione.

Anche per colpa di chi proprio non vuole saperne di dialogare, preferendo la strada del sangue. E' ciò che fa ormai da una trentina di anni Hamas, un'organizzazione islamica  nata nel 1987 dalla Fratellanza Musulmana, un gruppo islamico sunnita fondato alla fine degli anni '20 in Egitto. La parola “Hamas” è l’acronimo di 'Harakat Al-Muqawama Al-Islamia', che in arabo significa Movimento di Resistenza Islamica. Il gruppo, come poi la maggioranza dei movimenti e dei partiti politici palestinesi, insiste sul fatto che Israele sia una potenza occupante e che stia cercando di appropriarsi dei territori palestinesi.  Questo 'rifiuto' ha precluso negli anni qualsiasi tentativo di dialogo. Nel 1993 Hamas si oppose agli Accordi di Oslo, presentandosi anzi come un’alternativa all’OLP, che invece aveva riconosciuto Israele.

Data pubblicazione 9 Ottobre 2023, Ore 9:52 Data aggiornamento 9 Ottobre 2023, Ore 9:54
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